bambinaI casi di sottrazione di minori o di minori esposti a tale rischio in Emilia-Romagna “sono in preoccupante aumento”, tanto che “dall’inizio dell’anno sono già quattro le situazioni che ho seguito, anche chiedendo l’intervento delle Autorità italiane competenti o dandone segnalazione alla Procura minorile”. A lanciare l’allarme è il Garante regionale dell’infanzia e dell’adolescenza, Luigi Fadiga: “Si tratta perlopiù di minori nati da coppie in cui almeno uno dei partner è di origine straniera, che vengono portati all’estero e lì trattenuti- spiega-. Ma non mancano i casi di sottrazione ‘interna’, tipicamente quando a seguito di separazione uno dei genitori decide di trasferirsi col figlio in un’altra regione”.

Come spiega la figura di Garanzia dell’Assemblea legislativa, “nei casi di coppie miste che si separano, può succedere che il compagno o la compagna stranieri, anziché rivolgersi all’autorità giudiziaria italiana, decidano di ‘rapire’ i figli e di portarli all’estero, nella speranza di ricevere dalle autorità del Paese di origine un trattamento più favorevole”. “Purtroppo- sottolinea- nonostante la Convenzione dell’Aja del 1980 e le leggi successive, quando un minore viene sottratto è sempre difficile recuperarlo: così il superiore interesse del minore, sancito dalle Convenzioni internazionali, finisce con l’essere calpestato”. Infatti, rimarca il Garante, “tanto nei casi di sottrazione ‘interna’ che transfrontaliera, la vera vittima è il bambino, che viene sottratto non solo all’affetto di uno dei genitori, ma dell’intero suo ambiente di vita e di relazione: eventuali nonni o parenti, compagni di scuola, amici scompaiono improvvisamente dalla sua vita; la sua stessa cameretta e i suoi giochi gli vengono tolti, ed egli viene portato altrove, in un ambiente diverso, che non sempre gli è noto e familiare”.

Fadiga riferisce che “le persone che si rivolgono a noi chiamano per avere un consiglio, ma l’unica strada davvero utile è la prevenzione: se il pericolo è concreto, è bene informarsi sulle disposizioni in materia di affidamento e diritto di visita dello Stato di appartenenza dell’altro genitore, eventualmente chiedendo a quest’ultimo di sottoscrivere un impegno di rientro in Italia quando è in previsione un viaggio all’estero”. Inoltre, suggerisce Fadiga, “nei casi più gravi, penso ad esempio a quei Paesi che non hanno aderito alla Convenzione dell’Aja, è possibile chiedere la revoca dell’atto di assenso, affinché il passaporto rilasciato venga ritirato e vietato l’espatrio al minore. A sottrazione avvenuta invece- continua-, è bene rivolgersi all’Autorità centrale del ministero della Giustizia: se tra l’Italia e il Paese di presunta destinazione del minore è in vigore la Convenzione de l’Aja, attraverso l’Autorità centrale è infatti possibile proporre istanza di ritorno del minore”.

Anche se, conclude il Garante, “ovviamente la strada migliore resta la conciliazione. C’è poi da augurarsi che si faccia finalmente strada e si affermi, anche da noi, una cultura basata sulla centralità del bambino e sul suo diritto a conservare un rapporto continuativo ed equilibrato con entrambi i genitori anche in ipotesi di disgregazione del nucleo familiare”.