Le addebitano con cinque anni di ritardo, e dopo che ha cambiato operatore, bollette per la fornitura dell’energia elettrica per più di 1.500 euro, paga più della metà della fattura – comprensiva di interessi – ma nonostante questo la società, un importante gestore multiservizi operativo a livello nazionale, le interrompe la fornitura di gas naturale, su cui però non pendeva alcun contenzioso.
È accaduto a una cittadina bolognese, che si è rivolta al Difensore civico regionale, Gianluca Gardini, dopo aver contattato anche una associazione per la tutela dei diritti dei consumatori, per tentare una conciliazione con l’azienda fornitrice dei servizi. Come racconta la donna, la società “dopo nostre varie richieste tramite avvocato si è rifiutata di modificare la fattura e ci ha proposto una rateizzazione in otto rate mensili, con l’aggiunta di un tasso di interesse per la rateizzazione. Noi ci siamo rifiutati- continua-, in quanto avrebbero dovuto rateizzare per un numero di rate e di scadenze identiche al periodo mai fatturato, non addebitando gli interessi”. A distanza di alcuni mesi, “ci intimavano lo stacco della fornitura elettrica se non avessimo saldato in una unica soluzione, ma ora siamo sotto altro gestore, e trenta giorni dopo hanno provveduto al distacco della fornitura di gas. Per richiedere il riallaccio del gas- conclude la signora- abbiamo anche provveduto al pagamento tramite bonifico della somma relativa alle cinque rate scadute che ci avevano proposto, ma continuano a rifiutarsi di riallacciare la fornitura di gas”.
Secondo la figura di Garanzia dell’Assemblea legislativa, non solo la società è tenuta a “formulare alla signora una proposta conciliativa”, ma questo accordo “deve tenere conto della evidente propria responsabilità”: l’azienda, infatti, sottolinea il Difensore civico, “ha richiesto un consistente pagamento all’utente dopo molti anni, a causa di propri ritardi”, finendo così per “gravare l’utente di consistenti e inattesi costi”, e addirittura le richieste di pagamento, per quattro mesi di riferimento, “superano i cinque anni sufficienti a far scattare la prescrizione”. Inoltre, rimarca Gardini, il gestore “interrompendo il servizio di fornitura di gas sul quale non pendeva alcun contenzioso, ha messo in grave difficoltà quotidiana la signora”.