Sono sempre di più, e sempre più forti, le espressioni di perplessità circa gli impatti delle sanzioni commerciali nei confronti della Russia. Ultima, oggi, Coldiretti che richiama le gravi conseguenze relativa al settore agroalimentare. Gli effetti delle decisioni politiche dell’occidente sono davvero preoccupanti, e lo dimostrano i numeri. Numeri davvero impressionanti, che espone Giovanni Gorzanelli, presidente di Confimi Modena: “Le diverse fonti forniscono dati diversi a seconda dei parametri utilizzati e degli orizzonti temporali esaminati, ma tutti, inequivocabilmente, concordano nel delineare un quadro che definire preoccupante è eufemistico”. ”Un recente studio svolto da Lena, organismo composto dalle maggiori testate giornalistiche europee, stima per l’Italia una perdita di oltre 200.000 posti di lavoro e un calo della produttività dello 0,9%. Si tratta di proporzioni da brividi, tanto più per le piccole e medie imprese che hanno investito per aumentare la quota di export e si trovano ora con le mani legate”. Continua Gorzanelli: “Risulta che a maggio le vendite verso la Federazione russa siano calate di oltre il 30%, con un mancato ricavo di 233 milioni di euro, che porta il totale da inizio anno a ben 1,15 miliardi. C’è da chiedersi quale visione muova questi provvedimenti che, sul piano economico spianano la strada ai nostri concorrenti extra Ue. Ma non meno importante è la riflessione da fare sul piano più squisitamente politico: esacerbare i rapporti con Mosca non va certo a vantaggio dello sviluppo e della serena convivenza, anzi, spinge quel Paese a un isolazionismo che, come la storia dimostra, non è bene per nessuno”.
“Sul piano degli scambi commerciali, c’è da registrare infine che lunedì scorso Vladimir Putin ha deciso la proroga delle misure di rappresaglia nei confronti dei pesi Ue, portando fino a fine anno le misure di embargo per i nostri prodotti”.
“Nel momento in cui si registra un buon andamento generale dell’export delle nostre imprese – conclude il presidente delle Pmi modenesi – sarebbe profondamente sbagliato ritenere di poter compensare la perdita di un mercato come quello russo, che, soprattutto in alcuni settori ad alto valore aggiunto, rappresenta un target primario per molte aziende, anche nel nostro territorio”.