Davanti alla stazione ferroviaria si potrà capire quale speranza di ritorno a casa rappresentasse il treno per i militari italiani raggiunti dall’annuncio dell’armistizio. Nei pressi della Sinagoga, in piazza Mazzini, l’installazione che porta il nome di Guido Melli, primo cittadino ebreo arrestato in città e morto ad Auschwitz, ricorda la persecuzione antiebraica attraverso gli ordini prefettizi e la figura dell’editore suicida Angelo Fortunato Formiggini. In piazza Redecocca, i manifesti che intimavano il coprifuoco e le foto degli edifici sventrati dal bombardamento del 13 maggio 1944 rimandano alle terribili conseguenze della guerra sulla popolazione civile, oltre che sul tessuto urbano.
Si chiama “Memorie solide” il percorso di mostra all’aperto che Istituto storico e Comune di Modena, con il contributo della Fondazione Cassa di risparmio di Modena, propongono in diversi luoghi del centro storico in occasione del 70esimo della Liberazione. Si potrà visitare in città fino al 2 giugno. La mostra è a cura dell’Istituto storico di Modena (Metella Montanari, con la collaborazione di Alessandra Di Bartolomeo), con allestimenti di Ada Comunicazione e Romolo Michelini. Hanno collaborato all’allestimento Fondazione Fotografia, Museo della civiltà contadina di Bastiglia, Anpi di Fanano, associazione Trame, Tric e Trac, Mercato Albinelli.
Partendo dall’idea di riportare la storia dove si è svolta – e dove non sempre ha lasciato tracce oggi riconoscibili – il centro storico di Modena si popola di dieci installazioni, per scoprire gli episodi avvenuti in altrettanti luoghi attraverso fotografie, manifesti dell’epoca, ricostruzioni e testi scelti dalle “Cronache” di Adamo Pedrazzi, archivista e bibliotecario che descrisse quotidianamente l’esperienza dell’occupazione nazifascista nel modenese.
Dalla stazione all’Accademia militare, da Piazza Grande al Mercato Albinelli i “solidi” che compongono la mostra, parallelepipedi di legno alti due metri e dotati di feritoie per guardare all’interno, invitano i passanti a fermarsi e dedicare qualche minuto agli episodi della guerra raccontati: bombardamenti, occupazione, eccidi, scarsità di cibo, ma anche solidarietà e rinascita della partecipazione democratica.
Ogni solido porta un nome diverso, dedicato ai protagonisti e alle vittime della guerra e della lotta di Liberazione, ed è rivestito esternamente da fotografie storiche, frasi dalla cronaca dell’occupazione o da lettere di partigiani giustiziati, mappe e altri documenti a tema. Dalle feritoie (ad altezza di adulto e di bambino) è possibile guardare all’interno: diversi oggetti, come una postazione telegrafica o un tavolo apparecchiato con le scarse razioni alimentari di guerra, ricreano situazioni e atmosfere di un periodo che segnò indelebilmente la popolazione e il territorio modenesi.
I visitatori sono invitati, attraverso gli hashtag #memoriesolide e #70anniliberi, a condividere immagini legate alle installazioni su Instagram, Twitter e Facebook. Alla mostra è dedicata anche la gallery fotografica del profilo Instagram “memoriesolide”. Testi e immagini sono anche sul sito dell’Istituto (www.istitutostorico.com/memorie_solide).
Il percorso della mostra parte dal piazzale della stazione ferroviaria, dove c’è il solido “Marco” dedicato ai soldati italiani dopo l’armistizio. Il nome fa riferimento a Marco Guidelli Guidi, generale dell’esercito poi comandante militare della resistenza modenese. In piazzetta Redecocca, il solido “Rosa” sui bombardamenti. Il nome è quello di Rosa Savazzi, morta sotto le bombe del 13 maggio 1944. In largo Sant’Eufemia, il solido “Alessandro” è dedicato al Comitato di Liberazione Nazionale. Il nome fa riferimento ad Alessandro Coppi, presidente del CLN provinciale, antifascista democratico-cristiano. In piazza Mazzini, dove c’è la Sinagoga, si trova il solido “Guido” sulla persecuzione degli ebrei. Fa riferimento a Guido Melli, arrestato a Modena il 12 novembre 1943 e morto ad Auschwitz il 24 maggio 1944. Il solido “Renzo” in piazza Grande è dedicato all’eccidio del 30 luglio 1944 e a Renzo Volpi, la vittima più giovane. In largo S. Giorgio, parla del nazifascismo il solido “Emilio”, che porta il nome di Emilio Po, partigiano della brigata Walter Tabacchi ucciso a Modena il 10 novembre 1944. È dedicato alla resistenza in città il solido “Lidia”, alla ex Manifattura: il nome è quello di Lidia Valeriani, staffetta della brigata Walter Tabacchi. Al Mercato Albinelli, l’allestimento “Fernanda” (Fernanda Scaglietti, una delle partecipanti alla manifestazione dell’8 marzo 1945 al Salumificio Frigieri) rievoca il tema della fame e della vita quotidiana. In piazza Matteotti è dedicato alla Liberazione il solido “Marcello” (Marcello Sighinolfi, comandante partigiano della brigata Walter Tabacchi). Infine, accanto alla Preda Ringadora in piazza Grande il solido “Alfeo”, dal nome del primo sindaco di modena Alfeo Corassori, è dedicato alla conquista della democrazia e all’avvio della ricostruzione.