Nella serata di ieri, lunedì 13 aprile, si è tenuta a Modena un’iniziativa pubblica sul tema della riforma del sistema scolastico, prevista dal Ddl “La Buona Scuola” in discussione in Parlamento.
L’iniziativa organizzata dal sindacato Flc/Cgil Modena, alla presenza di una folta platea di oltre 200 persone, fra dirigenti scolastici, insegnanti, personale Ata, genitori, studenti medi e universitari e rappresentanti politici e sindacali.
Ne hanno discusso Anna Maria Santoro della Flc/Cgil nazionale, l’on. Giovanni Paglia di Sel e la senatrice Francesca Puglisi responsabile nazionale Scuola del Partito Democratico.
Numerosi anche gli interventi in sede di dibattito da parte di Adriana Querzè (ex assessore Istruzione Comune di Modena-Lista per Me Modena), Cristina Contri (responsabile Movimento Cooperazione Democratica), Dimer Marchi del Centro Iniziativa Democratica degli Insegnanti, Bruno Moretto (Comitato Legge Iniziativa Popolare sul riordino della scuola), Camilla Scarpa (Rete Studenti Medi), Gabriele Guaitoli (Udu), Gabriella Borbeggiani (Coordinamento Genitori Democratici), Beppe Stefani (Coordinamento Consigli di Circoli e Istituto).
Il confronto è stato vivace, contraddistinto dalle questioni poste dai docenti che hanno incalzato la senatrice Puglisi sui punti controversi della riforma governativa e che sono al centro della mobilitazione sindacale unitaria di Flc/Cgil-Cisl/Scuola-Uil/Scuola-Snals e Gilda di questa settimana, che sfocerà nella manifestazione nazionale di sabato 18 aprile a Roma.
Punti critici che si possono sintetizzare in alcune richieste: la stabilizzazione dei precari, la chiarezza sul ruolo della dirigenza scolastica, le deleghe in bianco al Governo su materie di pertinenza contrattuale. Molte preoccupazioni, infatti, sono state sollevate sul pericolo di una mancanza di collegialità decisionale nella gestione scolastica e sulla filosofia di fondo de “La Buona Scuola” che pare impostata sul potere dell’uomo solo al comando in riferimento all’eccesso di discrezionalità per i presidi.
Un’altra questione molto sentita è la mancanza di un’idea complessiva di scuola pubblica tra le pieghe del provvedimento governativo, frutto di interventi di urgenza (per rispondere, ad esempio, alla sentenza della corte di giustizia europea sulla reiterazione dei contratti a termine), e non di una vera politica di ascolto e confronto con i lavoratori della scuola e con genitori e rappresentanze sindacali e associative.
Da più parti si è fatto anche riferimento ad una proposta alternativa sul sistema scolastico come quella contenuta nella Legge di Iniziativa Popolare (Lip) presentata alla Camera dei Deputati nel settembre 2014, sostenuta da una precedente raccolta di 100mila firme di cittadini.