GrasselliBosiGiovedì 19 marzo alle ore 20,30 presso la Sala Grande del Multiplo di Cavriago (RE), verrà presentato in anteprima il nuovo spettacolo dell’artista Fabio Uliano Grasselli (contrabbasso e voce) e del percussionista ed etnomusicologo Luciano Bosi (percussioni e suoni narranti) dal titolo “Versi diVersi”.

Si tratta di una rappresentazione rivolta ad un pubblico adulto in cui il contrabbasso, le percussioni e i “suoni narranti” si fondono con le parole dell’opera superba di Roald Dahl “Revolting Rhymes” (nella versione italiana di Roberto Piumini).

Una pièce musicale e vocale che, partendo dalla fiaba classica seppur rivisitata, mira a sollecitare le voci infantili che nascostamente si affollano dentro ognuno di noi.

I due artisti, esperti del suono e della parola, si avventurano in una terra sconosciuta, ove ritmo, rima e musica consentiranno anche a noi di godere delle infinite sfumature che la mente e la fantasia umana hanno saputo inventare.

Le fiabe si trasformano e la narrazione diviene ritmo accompagnato dalla rima, ma Cappuccetto Rosso e gli amici della fiaba tradizionale si trasfigurano, giungendo fino a noi nella loro arcaica, ritmica, autentica umanità.

Grazie alle rime di Rolad Dahl, rivissute dalla voce cadenzata in contrappunto con il tessuto ritmico, i personaggi della fiaba classica compariranno dinnanzi agli spettatori svestiti degli stereotipi che il tempo ha su di essi stratificato: saranno uomini e donne veri, guidati dai loro istinti, dai loro inconfessabili egoismi, dalle loro paure e debolezze. Saranno una Cappuccetto, una Cenerentola, una Treccedoro ed un Giacomino del tutto diVersi: le loro, e quindi le nostre,  imperfezioni,  dissolveranno le nebbie che spesso velano il nostro orizzonte quotidiano, facendoci evadere, per lo spazio di una sera, dai vincoli delle  sovrastrutture intellettuali e sociali del nostro oggi, proiettandoci in sonorità di popoli lontani nel tempo e nello spazio.

Attingendo dai lontani contesti d’origine della fiaba classica, infatti, Grasselli e Bosi ripercorrono ritmi etnici che si innestano sulla connaturata capacità umana di cogliere la libertà dell’improvvisare con la voce, con gli strumenti, con le parole… perché si possa così ricostruire, nell’ascolto, l’umano comune patrimonio archetipico.

La ricerca dei due artisti, attraverserà il portale del presente verso il cuore pulsante dell’ inconscio collettivo, spesso invisibile nelle nostre giornate.

Ciò che ci propongono con questo spettacolo è dunque una sorta di mappa, una cartina geografica che vuole ricomporre la magia del possibile e indicare una strada attraverso la quale giungere nei dintorni di noi stessi: di noi stessi da  bambini, quando facilmente ci si orientava nel fiabesco…. ma anche di noi diventati adulti alla ricerca di un filo d’Arianna che ci guidi fuori dal labirinto, il nostro labirinto esistenziale… almeno per un momento.