“Registro una certa apprensione nei comunicati stampa di queste ore: dapprima l’ex vicesindaco Menani accostava con una certa disinvoltura un murales recante la scritta “ISIS” apparso nei pressi di appartamenti ad oggi occupati da profughi, a potenziali rischi di penetrazione di terroristi. Oggi il consigliere regionale Stefano Bargi (ex capogruppo LN a Sassuolo prima di non essere rieletto alle amministrative) rincara la dose sostenendo che sono numerosi i casi in cui cellule terroristiche di ispirazione jihadista, sarebbero sorte presso i luoghi di culto frequentati da associazioni islamiche”, e che questo rischio “è” altissimo anche nel nostro territorio.
Come sempre il suggerimento migliore è quello di recarsi presso i competenti uffici di polizia, qualora Bargi e Menani siano a conoscenza di informazioni particolari o di dettagli utili agli inquirenti che già si adoperano all’interno delle missioni di lotta e contrasto alle organizzazioni terroristiche di qualsiasi tipo esse siano. Dettagli, che come si evince dai comunicati, rappresentano una novità rispetto a quello che è finora l’unico dato facilmente riscontrabile (anche via internet) rispetto alle presenze islamiche di tipo “attivo” nella regione Emilia-Romagna, ovvero che come si evince dal dossier del 2007: “il Viminale nella moschea bolognese di via Pallavicini riscontrava la presenza di alcuni esponenti dei Fratelli Musulmani, pur senza elementi estremisti”.
Al momento, a causa degli eventi terribili di Parigi, il coordinamento dell’attività di lotta al terrorismo come disposto nel decreto legge di poche settimane fa, promosso dal governo Renzi, è sotto il controllo della procura nazionale Antimafia. Qualora i due politici della Lega Nord siano in possesso di informazioni utili, sarebbe quindi più produttivo, a salvaguardia della riservatezza e dell’incolumità loro e dei cittadini sassolesi, recarsi a riferire prima di tutto con l’autorità inquirente e poi, solo successivamente, ai giornali. Dando così occasione alle forze dell’ Ordine di verificare la validità delle affermazioni dei due esponenti leghisti, con beneficio di tutta la collettività.
Non vorremmo mai che pericolosi terroristi islamici, possano venire a conoscenza o subodorare di atti inquirenti nei loro confronti mezzo stampa. La sobrietà, in questi casi specifici, è d’obbligo. Anche perchè un conto sono i social network, un conto è la carta stampata e la vita delle persone. Vita delle persone, che onestamente parlando, vale decisamente di più di un’intervista con fotografia sulla carta stampata in cui si replicano, senza grande sforzo, gli stessi slogan del proprio segretario nazionale”.