Il 97% degli italiani conosce l’Aceto balsamico di Modena IGP, ma l’awareness riguarda anche i tedeschi e francesi dove la percentuale supera l’80%. Se il dato sulla conoscenza del prodotto è sorprendente, ancora di più lo sono le percentuali di francesi e tedeschi che, se sollecitati sull’origine territoriale, riconducono a Modena un prodotto denominato “balsamico” rispettivamente nel 63% e 51% dei casi. Su tali informazioni e sulla condivisione dell’assunto che le politiche e le strategie non si possono fare individualmente o isolatamente, ma hanno bisogno di condivisione, consenso e concertazione oltre che di un’azione intelligente e di sistema, si è sviluppato questa mattina a Roma al Ministero delle Politiche Agricole l’incontro – organizzato dal Consorzio di Tutela Aceto Balsamico di Modena IGP insieme ad AICIG e Fondazione Qualivita – su “DOP e IGP: politiche e strategie di tutela”. Ad aprire i lavori di quello che è stato un momento proficuo di riflessione e confronto a più voci per coinvolgere a vario titolo tutto il settore delle DOP e IGP, andando quindi oltre l’analisi del singolo prodotto Aceto Balsamico di Modena, è stato il Presidente del Consorzio di Tutela Aceto Balsamico di Modena IGP Stefano Berni, a cui hanno fatto seguito gli interventi – moderati dal Direttore del Consorzio di Tutela Aceto Balsamico di Modena IGP Federico Desimoni – del Presidente dell’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche Giuseppe Liberatore e del Direttore Generale di Fondazione Qualivita Mauro Rosati, oltre a Emilio Gatto del MIPAAF, Giorgio Bocedi avvocato, Silvia Zucconi coordinatore dell’area agroalimentare di Nomisma e Stefano Vaccari di ICQRF.
“Insieme ad AICIG e a Qualivita – ha premesso Berni – abbiamo voluto offrire il nostro contributo per stimolare una nuova “primavera” di tutela e rilanciare i nostri prodotti: la tutela non è solo un’azione, ma anzitutto una politica strategica da “pensare” e impostare con la collaborazione dei Consorzi stessi e delle istituzioni”. Nel caso dell’ABM, come in molti altri, il patrimonio da tutelare è notevole: il settore ha vissuto una fase importante e, dopo la costituzione e il riconoscimento del Consorzio di tutela nel gennaio 2014, ha visto una crescita pari al 12% arrivando ad una produzione di quasi 98 milioni di litri di prodotto certificato con un fatturato alla vendita di circa 700 milioni di euro di cui oltre il 90% di export soprattutto in USA e Germania, già mercati principali e in costante crescita. “La situazione in cui quotidianamente opera il CTABM – ha ripreso Berni – ha imposto questa riflessione e lo studio di una strategia di tutela con la quale abbiamo potuto approfondire il concetto di “evocazione” ed in particolare quel divieto di evocazione previsto dall’art. 13 del regolamento 1151/12, che apre un orizzonte di tutela dei nostri prodotti molto più ampio di quello che possiamo immaginare, anche perché – e questo concetto è di fondamentale importanza – è pensato prioritariamente per tutelare il consumatore prima ancora che per la difesa dei diritti dei nostri produttori e dei diritti di proprietà intellettuale legati alle DOP e alle IGP. Quest’ultima idea ha guidato anche la scelta della nostra strategia orientandola verso il coinvolgimento del consumatore e lo abbiamo fatto realizzando con Nomisma tre ricerche di mercato in Italia, in Francia e in Germania per verificare a cosa pensa il consumatore quando incontra prodotti denominati come “balsamici”. Le risposte sono interessanti e molto indicative, tuttavia non possiamo negare che il contesto in cui ci muoviamo sia complesso e problematico e che la questione dell’evocatività del termine balsamico debba essere prioritariamente chiarita in sede di giustizia civile e non attraverso procedure sanzionatorie di natura amministrativa”.
L’obiettivo dell’indagine Nomisma, presentata da Silvia Zucconi, coordinatore dell’area agroalimentare, ha riguardato la misurazione del livello di notorietà e conoscenze sull’Aceto Balsamico di Modena IGP nel consumatore dei tre paesi oggetto di studio – Italia, Francia e Germania, indagando su tre ambiti: la valenza evocativa del termine “balsamico”, la conoscenza dell’origine territoriale e le abitudini di consumo dell’Aceto Balsamico di Modena IGP. Le risposte arrivate con l’indagine Nomisma (3900 interviste realizzate sui consumatori dei tre paesi) non lasciano spazio a dubbi: l’Aceto Balsamico è un prodotto noto e inconfondibile, non solo in Italia ma anche in Germania e Francia.
Si tratta di un prodotto che ha conquistato le tavole di molti italiani l’83% dei quali consuma costantemente questo prodotto; mentre la penetrazione dei mercati in Francia e Germania, si attesta tra il 60 e il 70%. Questa elevata conoscenza allarga enormemente la portata evocativa della parola tanto che dall’indagine risulta che il termine balsamico, in Italia, chiama alla mente di 9 consumatori su 10 proprio l’Aceto Balsamico di Modena IGP e le sue caratteristiche organolettiche e metodi di produzione tipici. Sorprendentemente molto elevata è anche l’associazione negli altri due paesi dove la percentuale arriva fino al 70%.
Dal punto di vista del consumo del prodotto l’indagine attesta che in Italia il 54% dei consumatori intervistati con domanda aperta, riconduce spontaneamente il termine balsamico a prodotti che vengono realizzati nel territorio di Modena, più un altro 21% all’Emilia Romagna. In Germania l’86% e in Francia il 61% dei consumatori, attribuisce l’origine italiana al prodotto denominato balsamico. Sul fronte nazionale, l’83% delle famiglie italiane ha consumato l’Aceto almeno una volta nel 2014; il consumo riguarda 2 famiglie su 3 sia in Francia che in Germania, ma ci sono anche consumatori affezionati tanto che il 44% dei consumatori italiani lo usano almeno 2/3 volte a settimana, come il 35% dei francesi e il 24 % dei tedeschi.
“L’indagine di Nomisma – ha spiegato Silvia Zucconi coordinatore agroalimentare Nomisma – mette in evidenza che il termine balsamico evoca, nell’immaginario del consumatore, la denominazione Aceto Balsamico di Modena. Il perché di queste ampie percentuali si trova proprio nella lettura del successo conquistato dall’Aceto Balsamico, non solo in Italia, Francia e Germania, ma in tutto il mondo: è un prodotto talmente diffuso e conosciuto che è entrato a far parte delle abitudini alimentari quotidiane e quando il consumatore legge la parola balsamico immediatamente pensa all’Aceto Balsamico di Modena. E’ un prodotto che ha conquistato le tavole di molti italiani, ma anche di tantissimi francesi e tedeschi entrando così di diritto a far parte dei prodotti ambasciatori del Made in Italy nel mondo”.
Sulla questione dell’evocatività, che per il settore delle DOP e IGP si presenta aperta su più fronti, si è poi espresso il Presidente dell’AICIG Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche, Giuseppe Liberatore:“Imitazione ed evocazione delle denominazioni registrate sono due facce della stessa medaglia – ha spiegato – in entrambi i casi, siamo in presenza di pratiche commerciali sleali che, oltre a tradursi non di rado in violazioni alle norme in materia di tutela della proprietà intellettuale, perpetrano una sistematica opera di banalizzazione dei marchi e di svalorizzazione della reputazione e delle peculiarità qualitative dei prodotti a Indicazione Geografica, facendo leva sulla scarsa informazione fornita al consumatore finale. Appare dunque essenziale – prosegue – predisporre, parallelamente ad opportune iniziative di sensibilizzazione rivolte ai mercati al consumo, politiche e strategie idonee a rafforzare la tutela delle Dop-Igp in ambito nazionale ed internazionale, non trascurando altresì le problematiche presenti in modo crescente sui mercati virtuali. Incontri come quello odierno organizzato dal Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena – aggiunge – sono occasioni fondamentali per individuare le principali criticità riscontrate nel proteggere le denominazioni e per predisporre azioni coordinate di sistema e strumenti operativi capaci di contrastare con efficacia le distorsioni messe in atto da soggetti che mirano unicamente a sfruttare il buon nome dei prodotti di qualità certificata. In tale ambito i Consorzi di tutela, se adeguatamente supportati – conclude il Presidente di AICIG – possono svolgere un ruolo fondamentale nell’attività di salvaguardia dell’immagine delle IG.” Mauro Rosati, Direttore Generale Fondazione Qualivita è intervenuto sul ruolo delle DOP e IGP in Italia e nel panorama europeo, Emilio Gatto, Mipaaf su “Politiche di tutela: sostegno e coordinamento, Giorgio Bocedi dello studio Legale GB Avvocati su “Imitazione, evocazione, inganno: differenze e analogie”, Stefano Vaccari, ICQRF su “Tutela nazionale e transnazionale sui mercati reali e virtuali”.