In Emilia-Romagna sono Bologna e Modena le province più esposte alla diffusione dell’illegalità economica e alla penetrazione della criminalità organizzata. E’ quanto emerge dall’Osservatorio della legalità in Emilia-Romagna, curato dall’Unioncamere regionale con il supporto scientifico di Universitas Mercatorum e presentato a Bologna, che si riferisce a dati del triennio 2010-2012. Nel rapporto si legge che l’Emilia-Romagna è una delle regioni del centro-nord che mostra “un’evidente fragilità e sofferenza del tessuto produttivo”. In particolare, Bologna e Modena “sono tra le province più vulnerabili dal punto di vista economico”, mentre altri territori come Parma, Reggio Emilia e Rimini presentano comunque “valori medio-alti, sopra la media nazionale”.
Nella mappa del fenomeno che si ricostruisce in base ai dati del Rapporto, le province emiliano-romagnole presentano tutte valori medio-alti.
In particolare, Bologna e Rimini si collocano al quarto e quinto posto del ranking nazionale, Ravenna al quattordicesimo posto.
Per indagare la penetrazione delle mafie, l’Osservatorio legalità di Unioncamere Emilia-Romagna ha tracciato un’analisi dinamica – ossia lo sviluppo del fenomeno criminale – da cui emerge che Rimini e Ferrara sono le due provincie in cui si osserva, tra il 2010 e il 2012, un’improvvisa accelerazione tanto da occupare a livello nazionale rispettivamente il secondo e il quinto posto.
Analizzando nel dettaglio l’illegalità economica, le provincie in cui si denota una repentina variazione negativa sono Ferrara, Forlì-Cesena e Ravenna, collocate lungo la dorsale adriatica.
Parallelamente, in termini di mancato rispetto dell’ambiente, declinato in vari reati connessi, Rimini e Reggio Emilia occupano, rispettivamente, il secondo e quarto posto del ranking nazionale seguiti a livello regionale da Ferrara, Modena, Parma e Piacenza.
Bologna è la provincia meno dinamica dal punto di vista mafioso, ma questo ha una spiegazione “il fenomeno della penetrazione della criminalità e illegalità è già radicato e sedimentato da diversi anni nel capoluogo di regione”. Viceversa si assiste “a veri e propri shock territoriali e a una crescita repentina laddove i fenomeni prima non erano percepiti”. Da questo punto di vista, Ferrara e Rimini hanno gli indici più elevati.
Sui reati connessi all’illegalità commerciale (ovvero anche contraffazione di marchi e prodotti industriali nel campo agro-alimentare), Parma e Ravenna presentano i valori più alti, mentre sul fronte finanziario le attività illecite sono più diffuse a Rimini e Bologna, al secondo e settimo posto della graduatoria nazionale, seguite da Ravenna che occupa la quindicesima posizione
Rimini si colloca ai primi posti anche per la presenza di droga e prostituzione, problemi comuni anche a Bologna e Ravenna, e per l’elemento del riciclaggio, connesso alla presenza di turisti. Bologna e Ravenna, invece, evidenziano valori sopra la media nazionale per i reati di tipo predatorio per ottenere liquidità.
Per quanto riguarda i settori economici in cui la criminalità sta penetrando, sono stati segnalati i reati connessi al ciclo del cemento e al ciclo dei rifiuti, crimini trasversali a tutti i settori produttivi, che contaminano l’economia legale, interessando indistintamente tutte le province dell’Emilia-Romagna. Infiltrazioni nel settore dell’edilizia, soprattutto legate alla realizzazione delle infrastrutture (Grandi Opere).
Tra i settori dei servizi la criminalità sta penetrando, in Emilia-Romagna, oltre che nel turismo, maggiormente nel credito, finanza e nell’ICT con il cyber-crime.
Spostando l’analisi sul settore manifatturiero, soprattutto a basso contenuto tecnologico, le infiltrazioni della criminalità possono essere dirette o provocare effetti indiretti. Esistono alcuni mercati potenziali di consumo dei beni contraffatti a Bologna, Modena e Reggio Emilia. Questa situazione genera una concorrenza sleale nel commercio tra le aziende virtuose che di fronte ad un crescente abusivismo entrano in sofferenza, rischiano di chiudere e fallire. Gli effetti, poi, si ripercuotono anche nel manifatturiero poiché le aziende oneste, a seguito di una minore domanda di beni originali e made in Italy, sono costrette, per sopravvivere, a produrre beni a basso costo.
Quattro anni fa Unioncamere Emilia-Romagna e l’associazione Libera hanno stipulato un Protocollo di Intesa, rinnovato a inizio 2014, ai fini di una più efficace realizzazione di iniziative destinate alla diffusione della cultura della legalità e al contrasto alle infiltrazioni mafiose.
Unioncamere Emilia-Romagna, in collaborazione con alcune Camere di commercio della regione (Parma, Reggio Emilia, Modena, Ferrara, Rimini), nel 2014 ha realizzato un progetto cofinanziato dal Fondo di perequazione nazionale per mettere a sistema i servizi a supporto della legalità nel territorio regionale.
Immagine, da sx Andrea Mazzitelli- Universitas Mercatorum, Claudio Pasini – Unioncamere ER, Raimondo Boccia – Agenzia Dogane – Ivan Cecchini Comune di Bellaria Igea Marina