Con la costituzione della Società di trasformazione urbana Reggiane spa, prosegue il percorso di riqualificazione dell’area Reggiane a Santa Croce e di realizzazione del Parco dell’innovazione, conoscenza e creatività di Reggio Emilia all’interno dello stesso comparto industriale ora dismesso.

La delibera di costituzione della Società è stata presentata oggi al Consiglio comunale dall’assessore a Bilancio, Patrimonio pubblico e Società partecipate Francesco Notari., che la firma insieme con l’assessore alla Rigenerazione urbana e del territorio Alex Pratissoli.

La nuova società nasce con la partecipazione al 100% del Comune di Reggio Emilia (capitale sociale di 120.000 euro) quale soggetto facilitatore e di governance dell’intervento, e che raccoglierà la partecipazione di altre società coinvolte nel Programma di riqualificazione urbana (Pru) dell’area, nella logica di un partenariato pubblico-privato, pur restando una società a controllo pubblico.

In particolare, la nuova Società sarà il ‘braccio’ economico ed operativo della riqualificazione di una superficie di 102.820 metri quadrati, per la quale gli obiettivi progettuali sono stati già individuati attraverso il Piano urbanistico attuativo di natura pubblica approvato di recente dall’Amministrazione comunale.

 

MODALITÀ NUOVE PER LA CRESCITA ECONOMICA – “L’Amministrazione comunale – ha detto fra l’altro l’assessore Notari al Consiglio comunale – ha deciso di dare assoluta priorità al tema dello sviluppo economico e quella che può apparire, ad una lettura superficiale o distratta, un’operazione immobiliare, rappresenta invece la principale novità del nostro territorio in tema di crescita economica, innovazione tecnologica, rigenerazione urbana, rinnovata attenzione alla situazione di un quartiere delicato ed importante come quello di Santa Croce.

“Si tratta pertanto di una scelta che interessa ambiti diversi e trasversali, che si pone obiettivi ambiziosi e diffusi, in una fase storica caratterizzata da forti tensioni e dall’impressione che forme di concentrazione industriale siano necessarie per mantenere e tentare di migliorare la qualità dei prodotti e dei servizi offerti, per conservare quindi un’adeguata presenza sul mercato e, in definitiva, per non disperdere know how, marchi ed occupazione.

“Le stesse modalità – ha sottolineato Notari – con le quali tale operazione di sviluppo economico viene condotta mostrano un sensibile cambiamento di direzione: la progettualità complessiva che deriva dal coinvolgimento del mondo imprenditoriale e delle associazioni di riferimento, il finanziamento che potrà essere consentito attraverso un partenariato pubblico-privato con la forte e determinante spinta progettuale di Iren Rinnovabili, il nuovo ruolo del Comune, caratterizzato non più da autonome politiche di spesa – ricordo che le risorse proprie immesse dall’Amministrazione ammontano a 120.000 euro – ma dalla progettazione strategica e dalla direzione politica e tecnica dell’operazione”.

 

CHI TROVA POSTO NEL PARCO – “Il Parco dell’innovazione – ha proseguito l’assessore – alla cui realizzazione contribuiscono anche lo Stato con quasi 11 milioni di euro e la regione con due milioni, sarà un contesto innovativo, ma soprattutto un network di imprese del mondo dell’alta tecnologia con cui collaborare e attivare partnership.

Esso sarà messo a disposizione, a prezzi non superiori a quelli di mercato, di: aziende locali ad alto contenuto innovativo; consulenti che forniscono competenze tecniche/scientifiche di alto livello ad aziende innovative; sedi di R&S (organizzazioni di Ricerca e Sviluppo) o rappresentanza di aziende internazionali che hanno intenzione di insediarsi nella nostra provincia o nei territori limitrofi; start-up innovative e ad elevata potenzialità di servizi; aziende, associazioni o fondazioni che si occupano di sostegno alle neo-imprenditorialità e all’innovazione o che possano fornire servizi alle aziende presenti.

“Il fine è organizzare un luogo in cui le imprese possano migliorare i loro processi di innovazione, innalzare il grado di tecnologia e aumentare la loro competitività. Immaginiamo che chi accederà al Parco dell’innovazione possa essere facilitato nello sviluppo di prodotto, nel trasferimento delle conoscenze e tecnologie e nella creazione di reti d’impresa. Immaginiamo il Parco dell’innovazione come un catalizzatore delle attività di trasferimento tecnologico che possa offrire una piattaforma sia materiale, in termini di uffici e laboratori, che immateriale, a livello di professionalità, in grado di rispondere alle esigenze di un’attività economica posizionata in un panorama internazionale sempre più competitivo”.

 

LO STRUMENTO E I NUOVI SOCI – “Per realizzare tutto ciò – ha spiegato Notari – il Comune ha deciso di dotarsi di uno strumento societario flessibile e leggero, in grado di compiere l’operazione secondo le modalità previste e garantendo, sulla base del regolamento di controllo, il necessario livello di trasparenza, legalità e pubblicità nell’assegnazione dei lavori e adeguate forme di controllo sull’avanzamento del cantiere, peraltro richieste da tutti gli enti finanziatori.

“E la Società di trasformazione urbana Reggiane rappresenta lo strumento per realizzare il progetto. Al momento della sua costituzione il Comune sarà l’unico socio, ma è già previsto, dalla delibera in approvazione, che Iren Rinnovabili diventi socio con una percentuale del 30%, conferendo l’area su cui sorgerà l’intervento e le spese da questa già sostenute per le attività di bonifica e progettazione.

“Tale configurazione sociale potrà modificarsi solo in caso di ulteriori e non programmati futuri apporti da parte dei soci o dall’ingresso, non strettamente necessario, ma certamente auspicabile, di nuovi soci, che condividano il senso dell’operazione e sostengano la Società e i suoi attuali soci nel delicato compito di realizzare non solo gli interventi previsti dal Pru, ma anche di sviluppare secondo logiche utili alla città e alla sua economia, l’intera area delle ex Officine Reggiane”.

 

MANIFESTAZIONI D’INTERESSE – “Il passaggio odierno è fondamentale per dare concretezza all’operazione – ha concluso l’assessore Notari – per non perdere le numerose manifestazioni d’interesse (una trentina, ndr) ricevute da imprese locali, nazionali ed internazionali e per non correre rischi relativamente all’erogazione dei finanziamenti pubblici già deliberati. Parallelamente prosegue l’attività di Iren Rinnovabili sia per quanto riguarda le procedure di definitiva acquisizione dell’area, sia per quanto riguarda la promozione dell’operazione e l’effettiva concretizzazione degli accordi con le imprese interessate a crescere, sia sotto il profilo produttivo che sotto quello commerciale, anche attraverso modalità innovative come quelle proposte.

Perciò ritengo che tale operazione vada accompagnata e promossa con senso di responsabilità da tutte le forze politiche qui presenti, che spero siano in grado di riconoscere le finalità e le modalità con cui si va concretizzando il più grande investimento per la promozione delle nostre imprese e del nostro territorio da quando, molti anni or sono, fu ideata la stazione ferroviaria Mediopadana”.

 

GLI OGGETTI D’INTERVENTO E LE RISORSE – L’area comprende i Capannoni 17 e 18 dell’area industriale dismessa, attigui al Tecnopolo, inseriti nel Parco dell’innovazione quali sedi di società e laboratori di imprese vocate all’innovazione tecnologica (ad oggi un gruppo di circa 30 società, con Iren Rinnovabili capofila, ha manifestato interesse a insediare proprie funzioni dei Capannoni 17 e 18, acquistandone spazi); la riqualificazione di piazzale Europa; la riqualificazione e riapertura del braccio storico (interno alle ex officine meccaniche Reggiane) di viale Ramazzini. Gli interventi portano una qualità urbana che si rifletterà positivamente su tutto il quartiere Santa Croce.

La nuova Società – aperta alla partecipazione di altri attori che manifesteranno interesse a intervenire in coerenza con le linee del Pru – armonizzerà e gestirà le risorse per l’intervento che ad oggi, per la parte di finanziamento pubblico, consistono complessivamente in oltre 13 milioni di euro, di cui 10,9 milioni di euro finanziati dal Piano nazionale Città del governo, e 2,5 milioni di euro finanziati attraverso il Documento unico di programmazione (Dup) della Regione Emilia-Romagna. L’investimento di parte privata si stima ammonterà ad altri circa 15 milioni di euro.