Un centinaio di studenti delle scuole superiori radunati nell’ Aula Magna, gli esperti del sistema dei Consorzi di Bonifica e un’analisi approfondita, senza filtri, dell’ambiente che ci circonda: “In Emilia-Romagna si distribuiscono oltre 1,2 miliardi di metri cubi d’acqua, senza di questi la regione sarebbe completamente arida. Ma i 20 mila chilometri di canali proprio in queste ore contribuiscono a scolare le piogge eccessive che cadono violentemente su un territorio cementificato e mutato che, diversamente, sarebbe alluvionato e paludoso”.
Questo, in sostanza, l’avvio del tutto inatteso per tanti futuri periti agrari dell’Istituto Agrario Zanelli di Reggio Emilia che ancora non conoscevano in modo approfondito l’attività di bonifica sul loro comprensorio. La giornata di studio di “Acqua e Territorio Lab”, dedicata interamente alla gestione e alla qualità delle acque, è nata da una collaborazione attiva tra Urber (l’Unione Regionale delle Bonifiche dell’Emilia Romagna) Cer (Canale Emiliano Romagnolo) e grazie all’esperienza maturata in campo divulgativo dal Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale.
Le classi 4 E, A, C, M dell’Istituto hanno così colto con attenzione l’opportunità offerta dal laboratorio multidisciplinare delle bonifiche per sperimentare in prima persona cosa significa conoscere e governare l’acqua per renderla valore aggiunto per l’agricoltura, settore in crescita a doppia cifra che potrà assicurare loro un lavoro nell’immediato futuro.
“Queste giornate sono essenziali per la crescita del settore – ha evidenziato Massimiliano Pederzoli (presidente di Urber e Cer) lo scambio reciproco con gli studenti per noi è un ponte sul domani fatto di conoscenza e innovazione tecnologica, un’occasione da non perdere e da incrementare”.
“Senza il lavoro dei Consorzi di Bonifica il territorio non sarebbe come lo conosciamo – ha spiegato Marino Zani, presidente dell’Emilia Centrale – grazie allo scolo delle acque, all’irrigazione e alla difesa dell’ambiente. Con 20.000 chilometri di canali, 3.600 nel nostro comprensorio, che servono per l’industria e per i privati e l’ambiente”.
“Ciò nonostante, l’incremento della popolazione previsto richiede nuove produzioni” ha spiegato Aronne Ruffini, dirigente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale nell’illustrare il sistema della bonifica locale capace di irrigare ben 120mila ettari dove il 90% dell’acqua serve per foraggere cereali e vigneti. A fianco a questo le opere agroambientali realizzate con tecniche di ingegneria naturalistica. Daniele Galli, docente dell’Istituto Zanelli ha ricordato anche il piano per il Monitoraggio della qualità delle acque irrigue del Consorzio dell’Emilia Centrale. “Un progetto con finalità agronomica e ambientale a tutela delle acque quale fattore produttivo, capace di aumentare la produttività di 2,5 volte e che ha visto monitorare 54 parametri per ognuno dei campioni analizzati nel tempo”. Tra le innovazioni più recenti per una applicazione tecnologica pratica all’agricoltura Irrinet, ideato dai ricercatori del Canale Emiliano Romagnolo, spicca per riconosciuta utilità tra gli addetti ai lavori.
Gioele Chiari- (Cer) ha spiegato agli studenti Irrinet , esempio virtuoso del servizio irrigazione realizzato proprio dal Cer e a disposizione di tutte le aziende agricole dell’ Emilia Romagna, un software di ultima generazione in grado di fornire consigli irrigui via sms sul momento più idoneo di intervento e sui volumi da impiegare per ottenere un prodotto di qualità risparmiando risorse idriche.