La rivalutazione della cifra dovuta e i relativi interessi legali vanno calcolati non dalla data di citazione in giudizio ma da quella in cui il danno è stato provocato. Lo stabilisce la Corte d’appello di Palermo che ha condannato i ministeri delle Infrastrutture e della Difesa a risarcire i familiari di Marco Volanti, una delle 81 vittime della strage di Ustica avvenuta il 27 giugno 1980, quando un’aereo dell’Itavia, diretto da Bologna a Palermo, si squarciò in volo finendo nelle acque del Tirreno meridionale, tra le isole di Ustica e Ponza.
La Cassazione, nel confermare la condanna, aveva disposto il rinvio alla corte d’appello per la rideterminazione del danno quantificato in primo grado in 80 mila euro ciascuno per i genitori e 20 mila euro a testa per i due fratelli; in secondo grado la somma era più che raddoppiata e adesso, con l’ultima sentenza arriva complessivamente a circa 1,1 milioni di euro.