Il senatore modenese del Pd Stefano Vaccari è nel mirino della Lav, che invita i propri aderenti a un mail bombing nei suoi confronti, per l’emendamento che fa rientrare le nutrie tra le specie della fauna selvatica non protette. L’emendamento al Dl competitività, a prima firma del senatore Vaccari, ha ottenuto voto favorevole nelle Commissioni Ambiente e Industria del Senato. Ecco la risposta del senatore Stefano Vaccari:
“Dalla LAV non prendo lezioni sulla biodiversità, con affermazioni strampalate sugli scenari futuri, dopo l’approvazione di una modifica alla Legge 157/1992 che tutela la fauna autoctona tra la quale, purtroppo, era finita anche la nutria. Sottolineo, purtroppo, perché anche il vecchio Parlamento europeo prima di decadere aveva approvato un regolamento per contrastare la diffusione delle specie alloctone invasive e che dovrà essere adottato solo formalmente dal nuovo Consiglio. Le specie alloctone invasive sono una vera e propria minaccia alla biodiversità che, secondo le stime europee, ha anche un costo di 12 miliardi di euro per i danni causati. Il provvedimento europeo mette in primo piano la prevenzione a livello comunitario e nazionale di ogni stato membro, con l’obbligo di intervenire per eradicare il problema. Ogni Paese dovrà individuare i sistemi di sorveglianza e piani di azione, con un forum scientifico indipendente che supporterà i singoli comitati nazionali. Una decisione importante che viene dopo anni nei quali gli scienziati avevano lanciato l’allarme, sottolineando come una specie aliena introdotta in un habitat diverso dal suo provochi uno squilibrio nell’ecosistema ospite soppiantando le specie autoctone e causi danni importanti, anche dal punto di vista economico e sociale. Tra queste, oltre alla nutria importata dapprima per scopi commerciali e poi diffusasi rapidamente per mancanza di predatori naturali, si possono citare a titolo di esempio la zanzara tigre, il coleottero rosso, la tartaruga d’acqua dolce carnivora. Per tornare a casa nostra, le stime in difetto parlano chiaro perché dal 1995 ogni anno le nutrie hanno provocato oltre 10 milioni di euro di danni, a cui vanno aggiunti svariati milioni di euro necessari per le attività di controllo e contenimento, finora sottoposte alle norme della 157/92. Il “Piano nutrie” della provincia di Modena – seppure con un attività importante di coordinamento svolta dalla Provincia con un significativo dispendio di risorse umane, economiche ed organizzative e migliaia di capi prelevati e abbattuti – non ha prodotto i risultati sperati, tant’è che si contano a milioni gli euro di danni tra i quali è bene annoverare, purtroppo, anche i danni provocati dalle tane di animali, quale concausa del collasso arginale avutosi presso la frazione San Matteo sul fiume Secchia che ha prodotto l’alluvione del 17 gennaio scorso. A confermarlo la relazione tecnico-scientifica sulle cause del collasso dell’argine redatta dalla commissione formata appositamente dalla Regione. La LAV e gli altri che si scagliano contro la modifica approvata coerente con la normativa europea, si assumano la responsabilità di andare a sostenere le loro ragioni davanti ai sindaci e ai cittadini di Bomporto e Bastiglia”.