Rappresentanza paritaria fra uomini e donne fin dalle prossime elezioni regionali, o attraverso la riforma dell’attuale legge elettorale o con l’approvazione di una nuova norma; una apposita sezione di genere nell’albo regionale delle nomine; bandi pubblici fatti per premiare i soggetti che applicano principi egualitari e anti-discriminatori; medicina di genere e un ‘Codice di prevenzione’ nei Pronto soccorso che garantisca protezione e riservatezza alle donne vittime di violenza. Ancora: il sostegno forte alla rete dei Centri anti-violenza, cui gli enti locali potranno concedere immobili in comodato d’uso, così come affidare direttamente alle donne vittime di abuso “soluzioni abitative temporanee”. Poi interventi di contatto, emersione e protezione di persone che subiscono sfruttamento, che sono vittime della tratta a fini sessuali e dell’accattonaggio e la prevenzione dei matrimoni forzati e del fenomeno delle mutilazioni genitali femminili. Infine, il lavoro e l’occupazione femminile, con, fra le altre cose, credito ad hoc a imprese di donne, giro di vite contro il fenomeno delle dimissioni in bianco, tutte le procedure a evidenza pubblica che devono individuare criteri di selezione e/o punteggi premiali a favore delle aziende che adottino azioni per la parità di genere e l’etichetta Ged (Gender equality and diversity label) assegnata alle realtà che si sono distinte per comportamenti virtuosi.
Sono alcune delle novità introdotte in Emilia-Romagna con l’approvazione in Assemblea legislativa della legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere. Il testo, a cui erano abbinati tre documenti analoghi di iniziativa popolare, ha ricevuto il parere favorevole di Pd, Fds, Sel-Verdi, Idv, M5s, Udc, Lega Nord e Riva, Grillini e Malaguti del Gruppo Misto, mentre ha votato contro Fi-Pdl. Durante i lavori dell’Aula sono stati approvati due emendamenti formali: il primo porta la firma di Mauro Manfredini (Lega Nord), il secondo di Thomas Casadei (Pd). La legge, la prima sulla parità a essere votata da una Regione italiana, è stata redatta dalla commissione regionale per la Promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini su mandato unanime di tutti i Gruppi consiliari.
Firmatari della proposta di legge poi approvata sono i consiglieri Roberta Mori (Pd), presidente della commissione Parità, i vice-presidenti Rita Moriconi (Pd) e Mauro Malaguti (Misto), Anna Pariani (Pd), Gabriella Meo (Sel-Verdi), Monica Donini (Fds), Thomas Casadei (Pd), Luciana Serri (Pd), Mauro Manfredini (Lega Nord), Sandro Mandini (Idv).
Questi gli ambiti di intervento individuati nella norma: il sistema di rappresentanza, la cittadinanza di genere e il rispetto delle differenze, la salute e il benessere femminile, la prevenzione alla violenza di genere, il lavoro e l’occupazione femminile, l’imprenditoria femminile, la conciliazione e la condivisione delle responsabilità sociali e di cura, la rappresentazione femminile nella comunicazione e gli strumenti del sistema paritario.
Il testo approvato è il risultato di un lungo percorso di conoscenza e approfondimento che la commissione Parità ha intrapreso dall’inizio del 2012, meno di sei mesi dopo la sua istituzione attraverso una legge regionale: nel corso dell’iter sono state svolte 16 informative, 7 audizioni, una udienza conoscitiva e 14 visite nelle sedi dei Centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna da settembre a novembre 2012. Vanno poi considerati i 9 atti indirizzo presentati all’Assemblea legislativa sui temi della parità di genere che sono stati approvati, tutti all’unanimità, nel corso degli ultimi tre anni.
Il progetto di legge della Commissione era stato scelto come testo base abbinato al progetto di legge di iniziativa popolare recante le “Norme per la creazione della rete regionale contro la violenza di genere e per la promozione della cultura dell’inviolabilità, del rispetto e della libertà delle donne”, norme che sono ora integrate nel corpo della legge dedicato alla prevenzione e contrasto della violenza di genere.