Il Consiglio comunale di Carpi nella seduta del 13 febbraio scorso ha trattato l’autorizzazione alla presentazione di un Piano particolareggiato relativo alla zona di trasformazione direzionale-commerciale di tipo F, ambito F3, di via dell’Industria. L’assessore all’Edilizia Privata Simone Tosi, rispondendo anche ad alcune domande venute dall’aula, ha ricordato in primis come nel 2011 una Variante al Prg abbia suddiviso l’ambito F3 in due parti, come gli attuatori abbiano richiesto di poter presentare l’autorizzazione il 23 dicembre scorso e abbiano sei mesi di tempo per presentare il Piano, come questo terreno sia a est di via dell’Industria e a sud del centro commerciale esistente e che non possono essere realizzate su di esso abitazioni. “Chiediamo al Consiglio di autorizzare questa presentazione – ha detto prima di spiegare le caratteristiche dei vari ambiti – perché non c’è un Psc a Carpi o un Piano poliennale di attuazione, altrimenti lo farebbe la Giunta. Perché vogliono costruire qui e non utilizzare capannoni vuoti? E’una scelta di privati che troveranno più interessante questa possibilità data dal Prg piuttosto che altre scelte. Potrebbe anche venire realizzato un distributore di carburante? Si, potrebbe”.

Critiche a questo intervento urbanistico sono venute dal capogruppo della Lega nord Argio Alboresi, che ha chiesto al Comune di lasciare ‘a verde’ questo terreno, e dalla collega di Alleanza per Carpi Giliola Pivetti, che a sua volta ha chiesto all’ente locale di guidare il privato nell’utilizzo del già costruito invece che puntare su nuove aree produttive. Roberto Benatti (PdL) dal canto suo ha letto in aula un vecchio articolo del Corriere della Sera che parlava della scelta del Sindaco di Firenze Renzi di puntare sui cosiddetti ‘volumi zero’. “Sospendiamo questa delibera – ha detto Benatti – e prendiamoci qualche mese di riflessione sull’opportunità di questo intervento. E ci vorrebbe poi trasparenza rispetto a chi investe, puntare a regole più stringenti per evitare dumping sui prezzi e la qualità costruttiva. Operiamo a livello regolamentare in questo senso”. Il consigliere Paolo Zironi (Pd) ha chiesto di restare al merito della delibera in discussione mentre Cristian Rostovi (PdL) ha invece sottolineato come fosse suo diritto dire no a questa delibera esprimendosi politicamente in Consiglio con una propria idea della città. Andrea Losi (capogruppo di Carpi 5 Stelle) a sua volta a preso la parola per chiedere al Pd “se sia qui per decidere se seguire l’idea del consumo zero del territorio oppure no. Tra l’altro nella prossima Commissione è prevista una revisione del Regolamento edilizio…”. Roberto Andreoli, capogruppo del PdL, ha stigmatizzato la “visione arretrata del Pd e del Comune incarnata dal Prg vigente. Perché accelerare su questo ambito se tra poco parleremo di un nuovo Psc? Gli attuatori possono aspettare ancora se hanno aspettato 12 anni per chiedere l’autorizzazione…”. Paolo Gelli (Pd) ha anch’egli ribadito che il Prg non è più attuale e che un nuovo strumento urbanistico è in forte ritardo ma anche che il terreno di cui si stava discutendo “non è un’area di pregio ambientale; e comunque i proprietari hanno interessi legittimi da fare valere con un possibile ricorso, visti che ad altri sono stati concessi diritti di edificabilità. E’necessario rivedere in maniera drastica la programmazione, ci vuole più flessibilità dicendo no ai tempi lunghi che ci impediscono di intervenire”.

L’assessore Tosi in sede di replica ha spiegato che “non essendo l’area comunale non può essere l’ente locale a decidere cosa farne; fare un parco? Dobbiamo comprarla”. Difendendo la visione urbanistica incarnata dal Prg approvato nel 2002 Tosi ha poi spiegato di teorizzare da tempo “che non ci saranno più aree da trasformare in futuro e che comunque solo esaminando il Piano particolareggiato potremo vedere cosa viene proposto qui di costruire, comunque tutti edifici di Classe A in base alla legge regionale. Io credo che questa sia un’opportunità per la città. E non ci sono tempi di risposta definiti dalla legge, di norma sono 30 giorni…”.

A questo punto il capogruppo Alboresi ha chiesto di votare una richiesta di sospensiva della delibera, a scrutinio segreto; il Presidente del Consiglio Giovanni Taurasi ha spiegato che l’amministrazione comunale non accettava questa richiesta e l’avrebbe fatta comunque mettere a verbale. “Lo scrutinio segreto poi non è previsto e comunque mi riservo di leggere il Regolamento del Consiglio: non avete presentato durante il dibattito un ordine del giorno per richiedere la sospensiva, dunque si andrà al voto”. In sede di dichiarazione di voto la capogruppo Pivetti ha spiegato come il Prg non crei diritto “mentre l’autorizzazione alla presentazione sì che lo crea. Vi assumete le vostre responsabilità”. Il consigliere Zironi invece ha ribadito come “non vadano lesi diritti acquisiti sulla base delle norme vigenti” e “che si verificherà nel Piano particolareggiato che verrà presentato (e realizzato entro 10 anni dalla sua approvazione, ndr.) se le capacità di sviluppo auspicate si siano verificate”. Il capogruppo Losi dal canto suo rispetto al tema del ‘consumo zero del territorio’ ha tacciato di “schizofrenia e propaganda” l’amministrazione comunale: “da domani non parlate più di questo tema voi e il Pd” ha concluso.

Intervenuti in sede di dichiarazione di voto anche i capigruppo Alboresi, Andreoli e Antonio Russo di Fratelli d’Italia. Al momento del voto finale la delibera ha avuto il l’ok del gruppo Pd, contrari tutti gli altri gruppi presenti in aula.

 

Nel corso della seduta del Consiglio comunale di ieri, giovedì 27 febbraio, è stata riproposta all’esame dell’aula una delibera riguardante il Piano Particolareggiato della zona di trasformazione direzionale di tipo F, ambito F/3, posta in via dell’Industria e in particolare la relativa autorizzazione alla presentazione. Questa delibera era stata già votata a maggioranza nel corso del Consiglio del 13 febbraio scorso dopo che il Presidente Giovanni Taurasi aveva respinto la richiesta formulata dal capogruppo della Lega nord Argio Alboresi di sospensiva della stessa, giudicandola tardiva e chiarendo come non sussistessero le circostanze per consentirne il voto a scrutinio segreto.

Il Presidente del Consiglio comunale Taurasi ha in breve ieri sera riepilogato la vicenda, spiegando di avere compiuto un errore procedurale due settimane fa e di avere richiesto un parere al Segretario Generale sulla vicenda. “Il 14 febbraio il consigliere Roberto Benatti del PdL – ha spiegato il Segretario Generale del Comune Anna Messina – ha chiesto che la sottoscritta venisse interpellata sulla conformità del diniego opposto dal Presidente del Consiglio alla questione sospensiva, a norma di quanto previsto dall’articolo 33 del Regolamento del Consiglio stesso. Il Presidente Taurasi si è tempestivamente pronunciato al riguardo, ammettendo il proprio errore nell’applicazione del Regolamento. Lo stesso Presidente del Consiglio, il consigliere Benatti e successivamente il consigliere Alboresi hanno chiesto che la sottoscritta esprimesse il proprio parere circa le conseguenze della non corretta applicazione del Regolamento del Consiglio sull’atto approvato. Alla luce dei dubbi esposti mi pare si possa sostenere che ci troviamo di fronte ad un atto non annullabile in quanto la violazione della disposizione regolamentare non ha inciso sulla legittimità dello stesso, ma ne ha determinato solo una irregolarità non invalidante. La deliberazione in oggetto non viene poi contestata nel merito: non a caso l’atto è stato approvato, a maggioranza, ma con la partecipazione al voto di tutti i consiglieri presenti e nel testo originario proposto su cui non sono stati presentati emendamenti. L’atto non appare quindi neppure revocabile. Tuttavia sussiste indubitabilmente un vulnus che è stato arrecato alla corretta applicazione delle regole che il Consiglio ha approvato per disciplinare il proprio funzionamento. Si suggerisce quindi di procedere, prioritariamente a tutela della correttezza istituzionale, a una ri-adozione dell’atto già approvato, senza alcuna nuova istruttoria, senza alcun nuovo esame degli elementi di fatto o di diritto già considerati in precedenza, così da consentire ai consiglieri che intendessero riproporre la questione sospensiva di ottenere che l’organo si esprima sul punto in conformità a quanto previsto dal Regolamento”.

Argio Alboresi ha dunque a questo punto letto in aula la propria mozione contenente la richiesta di sospensiva della delibera in questione ribadendo che in questo modo l’amministrazione comunale avrebbe dato un segnale nella direzione del consumo zero di territorio bloccando una nuova espansione. Il capogruppo Andrea Losi (Carpi 5 Stelle) dal canto suo ha spiegato che, a fronte delle prossime modifiche al Regolamento edilizio, c’era a suo parere anche un motivo tecnico per non approvare questa delibera mentre il consigliere del PdL Benatti ha invece sottolineato come non ci fossero rischi di ricorsi e cause “visto che non ci sono termini temporali per rispondere a questa richiesta di autorizzazione degli attuatori”. E dopo che ha preso brevemente la parola Giorgio Verrini di ApC il capogruppo del Pd Davide Dalle Ave ha detto infine come il contesto attuale sia diverso da quello del 2002, quando si approvò il Piano Regolatore Generale, ma che “le previsioni urbanistiche devono essere rispettate. Nel prossimo Psc a volumi zero potremo anche togliere previsioni di nuovi insediamenti”.

La mozione con la richiesta di sospensiva presentata da Alboresi è stata votata da PdL, ApC, FdI-An, Lega nord e C5S, contrario il Pd. Dopo le dichiarazioni di voto si è poi andati dunque a ri-adottare la delibera di autorizzazione alla presentazione del Piano Particolareggiato della zona di trasformazione direzionale di tipo F, ambito F/3, posta in via dell’Industria, con i voti del Pd, contrari gli altri gruppi presenti in aula.