Nel 2012 le cooperative aderenti a Legacoop Modena hanno retto meglio di altri l’urto della crisi e, pur nell’ambito di un drastico calo della marginalità, sono riuscite nel complesso a salvaguardare l’occupazione (18.000 gli occupati modenesi, e 88% i contratti di lavoro a tempo indeterminato); ma oggi la tenuta di certi settori – se non si inverte la rotta – è messa a dura prova dalla perdurante situazione di difficoltà in cui versa il nostro Paese. Per questo le cooperative seguono attentamente il lavoro del Governo, e attendono con trepidazione le misure della legge di stabilità di ottobre, nella consapevolezza che le incognite sono molte e le risorse a disposizione poche.
Lo sblocco dei pagamenti della Pubblica Amministrazione, così come le agevolazioni previste nel Decreto Legge dei Consiglio dei Ministri dei giorni scorsi sull’acquisto della prima casa da parte di giovani coppie e precari, l’abolizione della prima rata dell’IMU anche per gli alloggi e le relative pertinenze delle cooperative di abitazione a proprietà indivisa e per gli immobili agricoli, il rifinanziamento della Cassa Integrazione e le misure a sostegno degli esodati sono accolti come un positivo segnale di attenzione da parte delle cooperative modenesi. Ma sono misure ovviamente insufficienti a rilanciare crescita e occupazione, e a sostenere i redditi.
“Per questo – dichiara il Presidente di Legacoop Modena Lauro Lugli – auspichiamo che il testo che il Governo deve mettere a punto entro fine mese contenga provvedimenti appropriati tanto sul fronte delle politiche industriali, che in materia di tassazione. Scongiurando alcune misure che, secondo quanto previsto dalla legge di stabilità precedente, dovrebbero entrare in vigore nel 2014: a suscitare allarme è soprattutto l’innalzamento dell’Iva sui servizi socio-assistenziali dal 4 al 10%, che si ripercuoterebbe su milioni di cittadini in termini di aumento del costo dei servizi o diminuzione degli stessi, e avrebbe gravi conseguenze sui livelli occupazionali delle cooperative sociali, già messe a dura prova da appalti assegnati sempre più al massimo ribasso, e da una sostanziale perdita di fatturato per quanto riguarda i servizi all’infanzia, a causa del calo delle iscrizioni dei bambini”.
Non meno apprensione suscita, poi, il possibile aumento dell’IVA dal 21 al 22 per cento che, inserendosi in un contesto di calo dei consumi anche alimentari, e di sensibile riduzione delle marginalità, è valutato con preoccupazione dalle cooperative del settore agroalimentare, del consumo e della distribuzione: “Nel 2012 – spiega Lugli – si è registrato per la prima volta il cosiddetto “downgrading del consumatore” che ha colpito un settore per definizione a-ciclico come quello alimentare. Un ulteriore aumento dell’Iva non potrebbe che peggiorare le cose, sia dal punto di vista delle vendite, e di riflesso sulla produzione interna, che dei margini. Si avverte in giro e tra i nostri associati un clima di generale incertezza che trova conferme nel sostanziale “fallimento”, ad oggi, degli incentivi previsti per la ristrutturazione della casa e l’acquisto di arredi, che presuppongono una disponibilità di spesa ed una fiducia di prospettiva da parte delle famiglie oggi inesistenti. Tutto questo fa sì che perduri la stagnazione dell’intera filiera del comparto delle costruzioni, così come la sofferenza delle cooperative industriali, che – ad eccezione di chi punta sull’export e ha negli altri mercati un giro d’affari significativo – paga l’impossibilità di poter avviare necessari processi di innovazione. E’ l’ennesima conferma che è indispensabile sostenere i processi di internazionalizzazione, ma anche che senza una vera politica industriale di rilancio ed efficaci misure di sostegno all’attività produttiva (infrastrutture comprese) e all’occupazione non saranno singoli interventi, come quelli presi fino ad oggi, che consentiranno al Paese di rialzarsi”.
A Legacoop Modena aderiscono 150 cooperative, per un totale di 18.000 occupati, oltre 700 mila soci (+3,1% sul 2011; 672 mila i soci consumatori), e un valore della produzione di circa 6 miliardi di euro (+1% 2012 sul 2011).