Con un 32,7 % di offerta rispetto alla popolazione in classe d’età per i nidi e un 92% per le scuole materne, la Regione Emilia-Romagna è “in linea” con gli obiettivi europei. Lo rende noto l’assessore regionale alle Politiche sociali Teresa Marzocchi, a fronte di una relazione della Commissione europea pubblicata in questi giorni in cui viene ribadito che in Italia sono ancora pochi i bambini che trovano un posto all’asilo nido.

“Mi pare doveroso sottolineare – spiega l’assessore – , anticipando alcuni dati del monitoraggio annuale che verrà presentato a breve in Commissione consiliare, lo sforzo compiuto in Emilia-Romagna”.

Nel caso dei servizi educativi per la prima infanzia, da tempo sul territorio è presente un mix di offerta tra servizi pubblici a gestione diretta, servizi privati convenzionati, servizi privati propriamente detti (quest’ultimi in quota decisamente minore).

“Proprio questa pluralità di offerta – prosegue Marzocchi – , caratterizzata da una dignità forte del settore, fondata anche su norme regionali piuttosto dettagliate, ci ha consentito di approssimarci molto all’obiettivo, indicato dal Consiglio europeo di Lisbona del 2000, del 33% di posti rispetto all’utenza potenziale”.

Considerando i nidi e i servizi educativi e sperimentali, pubblici e privati, in regione si è raggiunta la media del 32,7% di offerta rispetto alla popolazione in classe d’età 0-2 anni per l’anno scolastico 2011-2012 (era del 31,6% per il 2010-2011). Per le scuole dell’infanzia (3-5 anni), l’Emilia-Romagna è al 92% di offerta, sopra l’obiettivo europeo (che indica il 90%).

“Sono dati nel complesso positivi – continua l’assessore – anche se si registrano segnali di difficoltà per le famiglie e i Comuni, a causa della crisi economica e del venir meno delle risorse. Il tema della scuola dell’infanzia e, più in generale, della ‘filiera’ educativa che proprio dall’infanzia prende avvio, è centrale rispetto al modello di Paese che vogliamo costruire. Per questo – conclude Marzocchi – anche alla luce del recente dibattito sul finanziamento scuola pubblica e privata e aldilà delle legittime posizioni personali, mi appare davvero urgente un’alleanza rinnovata tra Regione e soggetti gestori pubblici e privati per il rilancio di un disegno di ampio respiro, utile a valorizzare e non a dismettere la cultura promossa dal sistema integrato, a partire dalla richiesta di un reale investimento da parte dello Stato per la scuola dell’infanzia, assumendola come priorità”.