CIE-Bologna_ph_MediciXDirittiUmaniI Centro di identificazione ed espulsione” (CIE) di immigrati irregolari di Bologna e Modena vanno chiusi subito per due motivi: le inaccettabili condizioni di vita degli ospiti e le inadempienze contrattuali della cooperativa Oasi di Siracusa (l’azienda che gestisce le strutture) a danno dei dipendenti, visto che da molti mesi gli stessi lavoratori non percepiscono lo stipendio”.

E’quanto hanno affermato questa mattina Ciro Donnarumma, della segreteria regionale della Cisl Emilia Romagna, e Lino Elia, segretario generale regionale Siulp (Sindacato Italiano Unitario Lavoratori di Polizia), a margine del convegno “Sicurezza e immigrazione nel territorio modenese: Riflessioni e prospettive”, organizzato a Modena, presso l’auditorium Ascom, dallo stesso  sindacato di polizia..

I Centro di identificazione ed espulsione in Italia sono tredici, di cui due in Emilia Romagna, uno a Bologna (attualmente in fase di ristrutturazione) e uno a Modena. Strutture, queste ultime, che possono contenere massimo 155 persone, di cui 95 nel capoluogo felsineo e 60 a Modena. “Nonostante nei due CIE emiliaromagnoli nel corso del 2012 siano transitati circa mille ospiti – proseguono i sindacalisti – la vera criticità non è il sovraffollamento, ma il fatto che siamo in presenza di aree totalmente inadeguate, luoghi di reclusione meno tutelati delle carceri,  poiché, ad esempio, non esistono ambienti separati per i richiedenti asilo e gli ex-carcerati. Fatto che purtroppo sfocia in frequenti e violenti problemi di convivenza, tanto che, e i dati parlano chiaro, nei CIE i crimini invece di diminuire spesso aumentano”.

“Inoltre – sottolinea Donnarumma – al loro interno non vi sono progetti lavorativi, scolastici e di tutela. Insomma, si tratta di una forma di reclusione che non aiuta la promozione della persona e che costituisce una vergogna nel sistema europeo di controllo delle persone migranti irregolari”. “I CIE – rincara la dose Elia – sono la dimostrazione incontrovertibile di come la questione immigrazione in Italia venga affrontata come problema di ordine pubblico piuttosto che come problema di carattere sociale”.

A tali situazioni si aggiunga il dramma delle irregolarità contrattuali perpetuate dalla cooperativa Oasi di Siracusa e da tempo denunciate dai lavoratori attraverso le vertenze per il recupero delle spettanze. “Stipendi che non vengono pagati – ha sostenuto il dirigente cislino –  anche perché, a causa  del massimo ribasso che avrebbe effettuato la cooperativa Oasi di Siracusa per accaparrarsi l’appalto di Bologna e Modena, con la garanzia di 28,50 euro per ospite non si possano certo garantire la rete di servizi e l’inquadramento economico contrattuale previsto per il  personale”.

Da qui la proposta congiunta di Cisl e Siulp dell’Emilia Romagna alla Regione: chiudere subito i Centro di identificazione ed espulsione e  utilizzare i soldi risparmiati per contrastare l’immigrazione irregolare attraverso politiche coordinate e mirate di aiuto e d’integrazione”.