Ai bolognesi piacciono i farmaci. Che sia perché prescritti dai medici ogni volta che si fanno visitare (41%) o perché ne fanno un uso regolare slegato dal comparire di un malanno (29%), sono più di due terzi, sotto le Due Torri, ad avere una relazione salda con i medicinali. Solo il 28% dichiara di impegnarsi per farne a meno e prenderli solo quando strettamente necessario (32% tra gli uomini).
Questo è quanto rilevato dall’ultima indagine1 realizzata dall’Osservatorio Sanità2 di UniSalute, la compagnia del gruppo Unipol specializzata in assistenza e assicurazione sanitaria, che ha voluto indagare la propensione degli italiani ad assumere medicine.
Un dato che conferma quanto emerso da altri precedenti studi, secondo cui nei primi 9 mesi del 2012 gli italiani hanno acquistato oltre 1 miliardo e 300 milioni di confezioni di medicinali – una media di 22 confezioni a testa – per una spesa farmaceutica totale, considerando anche quelli acquistati e distribuiti dal SSN, di 19,2 miliardi di euro (Rapporto 2012 “Uso dei farmaci in Italia” dell’Aifa).
Ma forse tra i bolognesi comincia anche a farsi largo l’idea di voler ridurre l’assunzione di tutte queste soluzioni chimiche se, come rileva un altro dato dall’indagine dell’Osservatorio UniSalute, il 51% dei felsinei intervistati sembra propenso ad affiancare alla medicina tradizionale le soluzioni alternative, come l’omeopatia o le cure ayurvediche.
Di contro, il 47% del campione resta però fedele esclusivamente alle classiche terapie mediche.
Ma torniamo al rapporto tra bolognesi e farmaco. Cosa fanno una volta prescritto ed acquistato il medicinale? Il 45% (56% delle donne) consulta il foglietto illustrativo, il famoso bugiardino, per saperne di più. A questi si aggiunge un 8% che si affida al web per cercare informazioni su possibili effetti collaterali. Il 46% degli intervistati si fida invece ciecamente dell’indicazione del medico senza porsi altre domande.
I farmaci sono sicuramente uno strumento importante nella cura di una malattia. L’utilizzo così massiccio da parte della popolazione italiana e dei bolognesi nello specifico se da una parte può essere legato ad un fattore anagrafico (l’Italia è un paese con sempre più anziani), dall’altro è dovuto ad una cattiva propensione ad affidarsi ai medicinali al primo sintomo di malessere. Una maggiore educazione ad un utilizzo dei farmaci solo quando strettamente necessario porterebbe benefici non solo alla salute dei cittadini ma a quella dello stesso Sistema Sanitario Nazionale, costretto a fare i conti con una sempre più drastica riduzione delle risorse.
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1 Indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nextplora ad inizio febbraio 2013 su di un campione rappresentativo della popolazione italiana per quote d’età (over 30), sesso ed area geografica.
2 L’Osservatorio Sanità di UniSalute, avviato nel 2002 con l’obiettivo di monitorare il mondo della sanità integrativa, si occupa oggi anche della percezione degli italiani su temi quali prevenzione, fiducia, competenza, conoscenza dei servizi sanitari pubblici e privati, oltre che sul ruolo del welfare sanitario in azienda.
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UniSalute è la prima Compagnia in Italia ad occuparsi esclusivamente di assicurazione sanitaria in modo unico ed innovativo attraverso il lavoro di 560 persone, tra cui 45 medici presenti in azienda e oltre 8.100 strutture sanitarie convenzionate presso le quali gli assicurati possono usufruire di prestazioni sanitarie di qualità con ridotti tempi di attesa e con il pagamento della prestazione da parte della Società.
Ogni cliente UniSalute ha dietro di sé la forza di 4,3 milioni di assicurati e di una “centrale di acquisto” che garantisce un controllo qualificato e costante della qualità: 9 clienti su 10 consigliano la struttura in cui hanno effettuato le cure. La rete di strutture sanitarie convenzionate è diffusa capillarmente su tutto il territorio nazionale e comprende ospedali, case di cura, poliambulatori, centri diagnostici e fisioterapici, studi odontoiatrici e di psicoterapia.
Fondata dal Gruppo Unipol nel 1995, UniSalute ha il primato nazionale nella gestione dei Fondi Nazionali di categoria, delle Casse Professionali e delle Casse aziendali.