La deregolamentazione degli orari nel commercio ha prodotto, in modo ormai ampiamente dimostrato, effetti opposti a quelli annunciati dai suoi promotori. Gli obiettivi dichiarati erano quelli di aumentare i posti di lavoro e sostenere i consumi interni: missione fallita! Infatti nessuno dei due obiettivi è stato raggiunto, anzi stiamo constatando una vertiginosa tendenza diametralmente opposta alle finalità dichiarate.
L’occupazione nel settore del commercio non cresce, anzi cala. Aumentano a dismisura le chiusure del piccolo e medio commercio che non è in grado di reggere la fortissima crisi e le inutili aperture per 365 giorni all’anno.
In questo contesto la Grande Distribuzione Organizzata non solo non ha creato nuova e buona occupazione, ma non ha assorbito nessuno dei disoccupati creati a seguito delle chiusure del piccolo e medio commercio. Il risultato per i lavoratori occupati nella Grande Distribuzione è di conseguenza un grande appesantimento dei carichi di lavoro per garantire tutte le aperture. A ciò si aggiunge l’aumento di lavoro nero e irregolare e l’assenza dei dovuti riposi compensativi in quelle realtà che non hanno organici tali da garantire le aperture in tutte le giornate festive.
Allo stesso tempo i prezzi praticati dalle catene della Grande Distribuzioni crescono più dei salari e delle pensioni. I numerosi studi che si stanno susseguendo dimostrano che il potere di acquisto si sta riducendo sempre più velocemente e non è casuale che, per garantire l’affluenza negli ipermercati nelle giornate festive, la Grande Distribuzione debba ricorrere a “sconti civetta” che invoglino il consumatore a recarsi in negozio.
A distanza di un anno dalla proclamazione dello sciopero per impedire le aperture nei giorni di Pasqua e Pasquetta 2012, non possiamo dire che le cose non sono cambiate. In realtà però i cambiamenti hanno tutti il segno fortemente negativo.
Chiediamo quindi con forza al Governo, che auspichiamo possa insediarsi rapidamente, di prendere rapidamente in mano questa vicenda che non sta producendo alcuna crescita per il Paese e di riportarla alla sua naturale gestione nei tavoli regionali e territoriali dove sarà possibile valutare le reali necessità commerciali.
In attesa della necessaria soluzione politica, che auspichiamo rapida, le Organizzazioni Sindacali modenesi del settore dichiarano sciopero nelle festività di Pasqua (31 marzo), Lunedì dell’Angelo (1° aprile), Festa della Liberazione (25 aprile), Festa del Lavoro (1° maggio), Festa della Repubblica (2 giugno) e Ferragosto (15 agosto).
Lo sciopero riguarderà tutte le attività commerciali e quelle svolte all’interno dei Centri Commerciali della provincia di Modena.
(Filcams/Cgil Fisascat/Cisl Uiltucs/Uil Modena)