medici_1In questi anni, nelle strutture ospedaliere della provincia di Bologna sarebbero stati indetti diversi concorsi per la stabilizzazione dei precari, a cui, diversamente da quanto sarebbe successo, non avrebbero potuto partecipare candidati già assunti a tempo indeterminato nelle Aziende e negli enti del Servizio sanitario regionale.

Lo afferma il consigliere Alberto Vecchi (Pdl) in un’interrogazione rivolta alla Giunta regionale, in cui segnala che lo Ior di Bologna, il 9 luglio 2008, avrebbe avviato “le procedure di stabilizzazione per il personale precario della dirigenza medica veterinaria, dirigenza sanitaria, professionale, tecnica e amministrativa” e che al concorso pubblico per titoli e esami per la stabilizzazione del lavoro precario, per un posto di dirigente statistico al laboratorio di tecnologia medica, avrebbe partecipato un dottoressa già dipendente a tempo indeterminato dell’Asl, come collaboratore amministrativo professionale, da non considerarsi quindi “precaria”.

Vecchi chiede dunque alla Giunta regionale se sia a conoscenza della sentenza del Consiglio di Stato, sezione IV, del 16 aprile 2010, dove si stabilisce che “…nel pubblico impiego le procedure di stabilizzazione sono uno strumento legislativo di natura eccezionale concepito per favorire l’occupazione stabile nel lavoro dipendente ed è rivolto a chi, per il tempo indicato dal legislatore, è stato precariamente alle dipendenze dell’amministrazione…”, e vuole sapere se corrisponda al vero che la dottoressa in questione era già dipendente a tempo indeterminato dell’Asl alla data di indizione del concorso, come sia possibile che vi sia stata ammessa pur non rientrando nella categoria del personale precario e quali controlli abbia effettuato la Regione, negli ultimi cinque anni, per garantire il rispetto delle norme da parte delle Asl nei concorsi pubblici riservati alla stabilizzazione del lavoro precario.

Da ultimo, l’esponente del Pdl domanda quale sia il futuro che la Regione garantisce ai giovani precari nel settore sanitario, se le Aziende organizzano concorsi per la stabilizzazione del lavoro precario, consentendo la partecipazione a soggetti che precari non sono.