carabinieri_703I Carabinieri della Stazione di San Giorgio di Piano e della squadra “anti reati predatori” della Compagnia Carabinieri di San Giovanni in Persiceto hanno denunciato tre persone per furto aggravato ai danni della Tabaccheria Chiarini. I tre, oltre che deferiti, sono stati anche oggetto di ordinanza di custodia cautelare emessa dall’Ufficio GIP il 15 gennaio scorso ed eseguita lo scorso 19 gennaio che ne ha disposto la restrizione agli arresti domiciliari nelle rispettive abitazioni (due a Bologna e uno in provincia di Foggia).

 

A finire nei guai sono G.G., 36enne di Trinitapoli (FG), B.L., 32enne e F.G., 49enne, entrambi di Bologna. Peraltro, G.G. è indagato, assieme a C.M., 41enne di Contarina (RO), anche per la rapina accaduta venerdì pomeriggio ai danni della titolare della medesima tabaccheria: la donna, sotto la minaccia di un coltello, è stata costretta a consegnare la somma contante di 11.000 euro. C.M. è stato arrestato in flagranza di reato dai Carabinieri di San Giorgio di Piano, mentre B.L. è stato individuato e denunciato qualche ora più tardi dagli stessi militari.

La rapina rappresenta il vertice di una serie di episodi criminosi, perpetrati sempre ai danni della famiglia Chiarini, cominciati nel mese di settembre e proseguiti fino alla sera del 22 novembre, quando il padre della tabaccaia, Dino, si era rivolto ai Carabinieri di San Giorgio di Piano per sporgere una denuncia di furto di diversi pacchi contenenti biglietti “Gratta e Vinci” e quindici ricariche telefoniche, per un valore complessivo di 5.100 euro.

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I titolari aveva visionato le immagini del proprio impianto di video-sorveglianza, accorgendosi che alle ore 18:06 un uomo, vestito con una tuta grigia, asportava dal cassetto del bancone i preziosi biglietti di carta. L’operazione delittuosa accadeva mentre la figlia, Liliana, veniva distratta da una complice descritta come una donna bionda, ma forse un transessuale, che chiedeva di acquistare delle carpette esposte dalla parte opposta del negozio rispetto al bancone. Considerando la concreta possibilità che tale “pantomima” si fosse già verificata in precedenza al fine di compiere analoghi furti, i l signor Dino decideva di visionare il contenuto delle immagini fino al mese di settembre. La visione consentiva di appurare che, con lo stesso modus operandi e con la saltuaria partecipazione di una terza persona, erano stati compiuti altri tredici furti con destrezza, per un danno complessivo di circa 60.000 euro.

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Gli investigatori dell’Arma di San Giorgio di Piano, dopo aver passato al setaccio ogni singolo frame e aver raccolto evidenti e circostanziati elementi investigativi, sono riusciti a fissare gli autori dei singoli episodi. I tre avevano una discreta familiarità con i gestori, situazione che ha consentito loro di muoversi con disinvoltura nel negozio, approfittando della minore attenzione che i titolari rivolgevano loro. Dei tre malviventi, soltanto il transessuale ha precedenti di polizia mentre gli altri due sono incensurati.

 

Alcune immagini dell’impianto di video-sorveglianza