Si sono introdotti furtivamente all’interno di un capannone aziendale dismesso di Via strada Reattino a Novellara con l’intento di racimolare il rame custodita nei cavi elettrici dell’impianto che i due stavano smontando. Il loro raid furtivo è stato però interrotto dai Carabinieri della Stazione di Novellara che hanno sorpreso i due durante l’attività predatoria. Con l’accusa di concorso in furto aggravato i Carabinieri della Stazione di Novellara hanno denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia un 50enne di Cadelbosco Sopra che certamente non è stato di buon esempio per il figlio 18enne che si è portato al seguito per il compimento del furto e la cui condotta sarà relazionata alla stessa Procura.

Il 50enne è stato anche denunciato alla Procura reggiana per il reato di porto abusivo di armi: dentro l’auto parcheggiata all’esterno dell’azienda dismessa presa di mira, i Carabinieri di Novellara hanno rinvenuto e sequestrato una roncola con lama lunga 12 cm ed un coltello a serramanico con lama di 8 cm.

L’origine dei fatti la scorsa mattina quando i carabinieri di Novellara su input della centrale Operativa della Compagnia di Guastalla allertata da un passante insospettitosi dai rumori provenire dal capannone in questione, sono intervenuti in Via Strada Reattino presso i locali dismessi di un’azienda. Giunti sul posto i Carabinieri hanno trovato all’interno del capannone, che si presentava con svariati accessi aperti, padre e figlio che muniti di cacciavite erano intenti a smontare i cavi elettrici dell’impianto con l’intento poi di pulire i file dalla guaina per impossessarsi del rame ovvero il prezioso oro rosso. L’attività delittuosa condotta dai due era già in stato avanzato giacché sul pavimento erano già stati accatastati circa 4 chili di cavi.