E’ un bilancio drammatico, e ancora provvisorio, quello tracciato venerdì scorso dalla Direzione di Legacoop Modena, alla presenza dell’Assessore Provinciale Stefano Vaccari: le cooperative che hanno subito danni – diretti e indiretti – dal sisma sono 48, e di queste 15 hanno sede nei comuni del cosiddetto “cratere”. Ad oggi si parla di oltre 160 milioni di euro di danni fra immobili, impianti e attrezzature lesionati, merce persa e mancati introiti. Di questi, oltre 100 riguardano il solo settore agroindustriale; ma pesantissimi sono stati i danni anche per la cooperazione di consumo e di distribuzione, e per le cooperative sociali.
Le persone attualmente in cassa integrazione sono oltre 800: un dato, dal punto di vista numerico, inferiore rispetto ai picchi di maggio e giugno, ma molto superiore in termini di ore richieste, che ammontano a diverse decine di migliaia.
“Le imprese cooperative del “cratere” rappresentano il 30% del nostro Pil – ha spiegato Lauro Lugli, presidente di Legacoop, che ha ringraziato l’Assessore Vaccari per l’impegno instancabile e capace con cui si è attivato da subito, cosi come straordinario è l’impegno profuso da tutti i Sindaci ed encomiabile il lavoro svolto dal commissario straordinario Vasco Errani e dall’Assessore Giancarlo Muzzarelli – . E’ un dato davvero preoccupante. E non solo perché si tratta di stime che in molti casi non prendono in considerazione il mancato fatturato, ossia i danni cosiddetti “indiretti”, ma soprattutto perché ad oggi non vediamo da parte del Governo interventi chiari e concreti per favorire la ricostruzione. Mi riferisco, in primis, a decisioni – da più parti, e più volte sollecitate – come lo sblocco immediato delle risorse stanziate per il 2012, e la rimozione dei vincoli al patto di stabilità, per il prossimo triennio, per tutti i Comuni colpiti dal terremoto”.
Diverse le richieste avanzate dai componenti della Direzione Legacoop all’Assessore Vaccari fra cui, passaggio fondamentale per poter ripartire, l’immediato chiarimento delle procedure per la certificazione dei danni e la richiesta di finanziamenti – ponte.
Ma l’incontro è stato anche l’occasione per illustrare i tanti interventi attivati dal movimento cooperativo a sostegno di persone e imprese colpite, come la raccolta di fondi attivata dall’Alleanza delle cooperative italiane, a livello nazionale, regionale e provinciale, in accordo con CGIL/CISL e Uil, presso tutti i soci e dipendenti delle cooperative aderenti alle Centrali; gli interventi di Coopfond, che ha deliberato l’ erogazione di un contributo al Fondo di solidarietà creato dalla cooperazione, la predisposizione di condizioni agevolate per interventi in fase di ricostruzione, e una moratoria nei rientri di prestiti e partecipazioni per 16 cooperative che operano nei Comuni più colpiti dal terremoto; lo stanziamento di 200.000 euro da parte del Consorzio Nazionale Servizi a favore di progetti mirati; l’intervento immediato di UNIPOL, che ha stanziato diversi milioni di euro come anticipazione dei danni sulle polizze assicurative…
“Sono convinto – ha spiegato Stefano Vaccari, dopo aver ringraziato a nome delle Istituzioni le cooperative per l’immediata disponibilità di mezzi, attrezzature, servizi e persone fin dalle prime ore dopo la scossa del 20 – che fuori dal “cratere sismico” non vi sia la piena consapevolezza di quanto è accaduto, e questo è davvero preoccupante per il futuro. Rispetto alle richieste di chiarezza e di maggiore velocità, ci siamo sentiti dire che pretendiamo tempi di risposta assolutamente impensabili …. portandoci l’esempio dei tempi dell’Aquila. Ebbene, noi non smetteremo di insistere e di pretendere risposte e risorse, vogliamo mettere in condizione la nostra gente e le nostre imprese di ripartire subito, togliendo le persone dai campi per farle rientrare nelle abitazioni, ricostruendo le scuole in tempo per il nuovo anno scolastico, sostenendo la ripresa delle diverse attività produttive. E provando a ricostruire “l’immateriale”, ci tengo a sottolinearlo, ossia a ricreare le nostre Comunità, profondamente ferite e sconvolte nei punti di riferimento delle loro identità: monumenti, municipi, chiese e campanili, teatri, centri sociali, centri sportivi. La ripresa della vita nei nostri territori passerà anche da qui”.