Sono al lavoro, pronte a mettere in sicurezza i capannoni industriali, le squadre di tecnici nelle zone dell’Emilia-Romagna piu’ colpite dal sisma del 20 e 29 maggio. Lo scopo e’ quello di rendere quanto prima agibili, secondo le norme vigenti, i fabbricati danneggiati.
A seguire da vicino l’attività sono presenti, per il Cni (Consiglio nazionale degli Ingegneri), i consiglieri nazionali Giovanni Cardinale e Massimo Mariani, il Presidente dell’Ordine di Modena, Augusto Gambuzzi, delegato da tutti gli altri presidenti degli Ordini territoriali interessati dal terremoto.
Definita la strategia generale di intervento ed anche il primo documento di riferimento su cui si basano tutte le verifiche da effettuare. Parola d’ordine: snellire l’apparato burocratico per concretizzare in maniera celere le azioni di messa in sicurezza.
Una strategia che si caratterizza in due fasi: la prima e’ finalizzata alla rimozione delle principali cause di crollo e alla conseguente immediata possibilita’ di accedere nuovamente agli edifici industriali; la seconda riguarda la fase delle opere che il progettista riterra’ necessarie per il raggiungimento del livello di sicurezza richiamato dalla ‘circolare n.2’.
Per dare indicazioni chiare alle squadre di tecnici in queste ore impegnati in prima linea, è stato elaborato un documento specifico, una sorta di guida ad uso e consumo del tecnico. La rotazione ed il ribaltamento delle fondazioni, resistenza dei pilastri, collegamenti travi-pilastri e travi principali- coperture, ribaltamento travi principali, pannelli di tamponamento, scaffalature interne: sono questi, in sintesi, gli elementi su cui il progettista deve dare il suo benestare, in un quadro di responsabilità ben definito, ma che lascia al singolo professionista ampio margine di autonomia progettuale.