Non si può dire sia stato un fulmine a ciel sereno, vista la quantità di voci e articoli che si sono susseguiti in questi giorni, ma non per questo ha fatto meno male.
Ho sempre detto di volere tenere un legame col mondo “reale”: per questo ho mantenuto il mio lavoro e buona parte degli interessi precedenti; ma ciò a cui mi preparavo era una mia spontanea uscita nel momento in cui le posizioni sarebbero divenute non più condivisibili o quando non sarei più riuscito a portare a termine ciò che mi ero prefisso. Ora, le condizioni stavano per essere soddisfatte entrambe, ma altresì c’erano dei progetti che stavano per vedere la luce e che volevo completare: penso agli scambialibro, ormai pronti, o ai pannelli identificativi dei luoghi della cultura, così come al grande evento per il decennale della morte di Bertoli; ma anche alla prossima mostra di PaggeriArte, di cui ho firmato la presentazione del catalogo, alle delicate trattative per il Teatro Carani, che ora non seguirò più o all’ambiziosa “vie delle glorie”.
Ciò che in questo momento voglio ricordare, sono tre persone in particolare tra le migliaia che ho avuto il privilegio di conoscere con questa esperienza. La prima è Celide Toni del circolo Tassi con cui ci siamo reciprocamente adottati come nonna e nipote e che quando ieri ha saputa la notizia ha pianto, facendomi commuovere.
Il secondo è Antonio Antonazzo, sassolese fiero delle sue origini neritine: è forse la persona più sincera e genuina che abbia mai conosciuto e dopo un po’ che sei in politica impari ad apprezzarla veramente, la sincerità.
Il terzo è il Prof. Enrico “Giulio” Serpagli che ha recentemente esposto le sue fotografie a PaggeriArte: artista raffinato oltre che accademico stimato è persona umile, cordiale e di innata educazione; una persona che, per il solo fatto di averla conosciuta, ti fa sentire un uomo migliore.