Turismo: le principali località della montagna modenese si congedano dalla stagione invernale con un calo medio delle presenze turistiche che oscilla dal -20% al -25%. Un bilancio negativo, sul quale ha indubbiamente inciso la crisi, ma soprattutto l’assenza di precipitazioni nevose, specie durante le festività natalizie. “Per usare una metafora – fa sapere Assoturismo Confesercenti Modena – ci lasciamo alle spalle un inverno molto rigido dal punto di vista delle presenze. Anche se nel periodo in cui la neve è stata abbondante, poco più di un mese circa, si è registrato, rispetto lo scorso anno, un leggero incremento dei vacanzieri”.
Il bilancio dell’Appennino modenese relativo alla stagione invernale appena conclusasi si assesta quest’anno al pari di quello di regioni ben più blasonate quali il Trentino e il Veneto. E poteva essere anche peggiore se non fosse intervenuto un energico mutamento atmosferico. Come per l’estate scorsa quando il gran caldo della seconda metà del mese di agosto aveva frenato il calo delle presenze, così è avvenuto un paio di mesi fa con le abbondanti nevicate di febbraio: per oltre un mese l’incremento di sciatori specie nei fine settimana ha contribuito in parte ad arrestare una caduta libera delle presenze che non avrebbe avuto precedenti. Dati alla mano però, la stagione dall’inizio alla fine, comprese le vacanze pasquali è di quelle da dimenticare.
Hotel, case vacanza, ristoranti: il calo è generale
Nelle strutture ricettivo-alberghiere l’andamento è nettamente negativo. La pesante contrazione delle presenze registrata nel corso della stagione oscilla dal -15% al -20%: la crisi da un lato, l’assenza di neve specie a capodanno e le poche piste aperte, nonostante l’ottimo lavoro degli addetti ai comprensori sciistici per garantirne la sciabilità, hanno fatto prevalere la vacanza ‘mordi e fuggi’ con periodi di permanenza ridotti ad una o al massimo due notti. Chi tra gli operatori ha arrancato un po’ di meno, oltre a proporre prezzi invariati ormai da un paio d’anni, è perché ha investito nella propria struttura, innovando ed offrendo servizi in più rivolti al benessere della persona. Non è andato meglio nemmeno il mercato degli affitti di case vacanza. Relegati ai ricordi ormai i contratti stagionali o mensili, rimangono quelli settimanali, che se fino alla stagione 2010/11 erano contrassegnati da una certa stabilità, quest’anno mostrano un calo, minore rispetto agli alberghi, ma brusco ugualmente: -10%. Chi poi ha optato per la casa-vacanza ha poi ridotto drasticamente i consumi fuori casa. Da Pavullo in su, ristoranti e pubblici esercizi evidenziano un -15% di consumi da parte di coppie, famiglie e singoli, con punte anche del -17%, sia di sera, che di giorno. In altri termini: sono diminuiti in Appennino i praticanti di sport invernali, ma chi è andato ugualmente non ha mancato in più di un’occasione di equipaggiarsi di ‘pranzo al sacco’.
Un solo mese in controtendenza
Le abbondanti nevicate di febbraio, complice anche la contemporanea scarsità di neve sulle Alpi, il freddo e le belle giornate seguite, hanno portato un maggior numero di vacanzieri, al punto di fare registrare rispetto al medesimo periodo del 2011 timidi segnali di risalita, che in alcuni casi sono stati anche del +5%. Preferita la formula week-end lungo tutto compreso, con pernottamento, mezza pensione e skipass o il fine settimana normale. Affollamento sulle piste si è registrato almeno fino alla prima decina di giorni di marzo, a partire già dal venerdì. Stazioni sciistiche preferite: il comprensorio del Cimone, ma anche le Piane di Mocogno, scelta in particolare da famiglie con bambini per la facile raggiungibilità. “Troppo poco comunque per riequilibrare una stagione, penalizzata per larga parte da condizioni sfavorevoli. Anche per questo sarebbe opportuna una revisione degli Studi di Settore per tutte quelle imprese dell’Appennino modenese, attive nel settore turismo”, fa sapere Assoturismo.
“Possiamo attribuire larga parte della colpa di questo pesante calo delle presenze turistiche, alle bizzarrie del meteo. La prolungata assenza di neve e le temperature in alcuni momenti elevate hanno caratterizzato oltre i 2/3 della stagione. E’ sicuramente non auspicabile, ed anche se non probabile, resta nel novero delle possibilità che si ripropongano analoghe condizioni nel futuro. Per questo s’impone la necessità di pensare dunque ad una proposta turistica che vada oltre alla sola offerta neve. Va quindi fatto uno sforzo creativo per implementare l’offerta che dovrà essere sicuramente comprensiva di alternative culturali e storiche, attenta al benessere della persona e incentrata soprattutto su quelle eccellenze, enogastronomiche comprese, oggi punto di forza del nostro territorio”, conclude Assoturismo-Confesercenti Modena.