Il dibattito a cui stiamo assistendo in questi giorni rischia di incagliarsi su posizioni distanti e pre-concette che a nostro avviso non consentono né un’analisi profonda della situazione né l’individuazione di soluzioni efficaci e di lungo respiro.
Da un lato chi, nella giusta difesa di un modello di gestione che vede nel protagonismo del pubblico elemento di garanzia di qualità, chiede con forza all’Amministrazione di non fare passi indietro. La straordinaria mobilitazione dei genitori, nelle sue molteplici voci e differenti toni, è un appello che non può essere lasciato inascoltato.
Dall’altro chi, nella evidente difficoltà di una stagione di bilanci negativi, propone soluzioni “pronto uso”, come l’esternalizzazione dei servizi educativi.
Noi, per sgombrare il campo da ogni equivoco, siamo da sempre contrari all’esternalizzazione di quei servizi che, come l’istruzione, sono il cuore stesso dell’idea di una comunità e dei suoi beni comuni. Questi non possono che essere gestiti in modo democratico, partecipato e con logiche estranee a quelle del profitto.
Detto questo, non è possibile mettere la testa sotto la sabbia rispetto alla situazione che stiamo vivendo. Il combinato disposto di vincoli legali-normativi e dei tagli ai bilanci determina un quadro che deve essere affrontato di petto, analizzato con attenzione e responsabilità. A problemi strutturali occorre trovare soluzioni strutturali. E’ molto probabile che i vincoli normativi non vengano rimossi (noi ce lo auguriamo) ed è certo che i prossimi bilanci non saranno più semplici del bilancio 2012. Occorre che tutti comprendano fino in fondo che è messa a repentaglio non solo la gestione pubblica delle scuole, ma l’intero sistema di welfare cittadino per come l’abbiamo sempre conosciuto. In questo quadro, come abbiamo sempre detto, è necessario un ripensamento complessivo dei modelli di servizio che, non abbassando gli standard qualitativi, consenta però una loro sostenibilità nel lungo periodo. Occorre innovare, termine che sentiamo poco usato in questi giorni.
Per le Scuole dell’Infanzia lanciamo una proposta, non definitiva né esaustiva, ma che possa essere considerata un elemento di riflessione e approfondimento in un percorso partecipato che veda la responsabilizzazione di tutti gli attori coinvolti: Amministrazione Comunale, genitori, lavoratori e parti sociali loro rappresentanti.
A nostro avviso l’unica strada per preservare il controllo pubblico delle scuole dell’infanzia è l’introduzione di un nuovo modello gestionale (che siano fondazioni o altre forme) che allo stesso tempo consenta di superare il vincolo normativo (che oggi impedisce all’Amministrazione Comunale di assumere il personale educativo necessario) e di produrre significativi risparmi nel medio e lungo periodo (in modo che nessuno possa mettere in discussione il controllo pubblico delle Scuole per ragioni economiche).
Il modello che noi immaginiamo vedrà scuole in grado di:
essere controllate dal “pubblico”, prevedendo la compartecipazione nella gestione almeno di Comune e genitori, nonché – auspicabilmente – degli stessi lavoratori
essere finanziate dall’Amministrazione comunale, non escludendo che – per ragioni di diversa natura – possano ricevere finanziamenti e sponsorizzazioni anche da parte di altri soggetti (es. Fondazione CRMO)
assumere e gestire direttamente il personale, a partire da quello già presente. Questo è un punto fondamentale: le scuole che immaginiamo gestite con questo nuovo modello non appalteranno i servizi, non saranno foglie di fico per coprire privatizzazioni future. L’innovazione consta proprio nella possibilità di un soggetto di diritto privato (come ad esempio una fondazione, ma non confondiamoci: soggetto di diritto privato non significa “a controllo privato”) di bypassare il vincolo normativo delle assunzioni da parte dell’Amministrazione comunale. Non è secondario che questa soluzione porterà anche a significativi risparmi, non perché verranno abbassati gli stipendi degli educatori (i livelli rimarranno i medesimi), ma perché il carico previdenziale (malattie, maternità…) passerà in capo all’INPS, sgravando di fatto l’Amministrazione di un costo pesante.
L’Amministrazione, oltre alla propria presenza negli Organi di governo nelle diverse scuole, manterrà il proprio impegno nelle funzioni di indirizzo e controllo, nel sostegno all’innovazione pedagogica, nella formazione degli educatori.
Questa, ripetiamo, è l’unica via oggi disponibile per preservare il controllo pubblico delle nostre scuole. Di più: pensiamo possa essere una innovazione rispetto al modello esistente, con una nuova idea di “scuola-comunità” che vede un coinvolgimento più forte e diretto dei genitori nella gestione della scuola dei propri figli, nonché degli stessi lavoratori e lavoratrici responsabili della funzione pedagogica.
All’Amministrazione il compito di definire un percorso che renda possibile una discussione ampia e partecipata rispetto a questo nuovo modello gestionale.
Mettiamo a tacere chi chiede le privatizzazioni. Prendiamo in mano le nostre scuole!
(Cristian Favarin – Coordinatore Circolo di Modena Sinistra Ecologia Libertà; Gianni Ballista – per il Coordinamento Federale Sinistra Ecologia Libertà)