<<La Bertolini dopo le polemiche con Berlusconi e Alfano, ha oramai perso il controllo politico della situazione. Il dramma vero è che il timone della nave PdL in provincia di Modena l’ha ancora in mano Lei. Roma la destituisca e invii un commissario per fare definitivamente chiarezza sulla “macchina del fango” che ha inopinatamente messo in moto. Accusare una parte di aver tesserato scientemente malavitosi è un’autentica calunnia anche perché il tesseramento era, come si dice in gergo, “aperto”, ovvero si poteva realizzare on line o ai banchetti allestiti per strada nei vari comuni come richiesto dal partito nelle giornate del tesseramento. La Bertolini si è distinta invece – al contrario di chi come il sottoscritto ha fatto il proprio dovere di controllo, per quanto possibile (perché non si possiedono schedari né siamo la Direzione Distrettuale Antimafia) – per altro comportamento questo sì gravissimo: aver chiesto di sbarrare la porta del partito al mio vice Alessandro Lei e a coloro che non l’avrebbero votata al congresso come l’ex Sindaco di Fiumalbo Nardo Norberto Nardini, i Consiglieri Comunali Andrea Galli, Flavio Morani, Alvaro Pescetelli, Daniele Manfredini e poi tanti altri nomi ancora. Altro che controllo che dice di aver operato nome per nome: prima la ricerca degli avversari interni e poi una “black list” tutta dedicata a loro puntualmente respinta dai vertici del partito. Ecco cosa intende la Bertolini per pulizia interna. L’attacco soprattutto al mio Vice smaschera definitivamente un’operazione finalizzata da un lato ad ottenere l’allontanamento di quelli che non la pensano come Lei, dall’altro di rinviare il Congresso. Ora, davanti a questo comportamento, siamo noi a chiedere chiarezza e l’invio di un commissario che tolga Alfano dall’imbarazzo politico in cui lo ha trascinato la Bertolini e il partito dal dubbio di essere un guazzabuglio di disonesti>>.