“Con la deregolamentazione non si liberalizza il mercato né si rilanciano economia e consumi. Anzi, si corre il rischio di determinare posizioni di mercato sovrastanti ed antitetiche all’idea e all’obiettivo di liberalizzare il mercato stesso. Per non parlare delle ripercussioni negative che si avranno sul settore, per altro già duramente colpito dalla crisi, e destinate a mettere in serio pericolo il lavoro autonomo e dipendente di tante piccole imprese”. È la riflessione di Confesercenti Modena a margine dell’incontro riguardo le aperture domenicali, avvenuto ieri giovedì 2 febbraio.
L’incontro che ha visto la partecipazione, dell’Assessore allo Sviluppo Economico del Comune di Modena, delle Associazioni imprenditoriali e dei consumatori, dei sindacati e dei rappresentanti della grande distribuzione, non ha portato a risultati concreti. Se non la conferma della defezione – e quindi dell’annullamento – di parte delle sigle della GDO, dall’accordo siglato settimane fa tra il Comune, soggetti economici e sindacali del commercio, in tema di orari e aperture domenicali. Accordo, lo ricordiamo, giudicato da molti “un significativo passo avanti sulla strada della liberalizzazione nel commercio”, perché avrebbe evitato di sfociare ‘nell’anarchia’, riservando ai comuni quali depositari dell’interesse generale dei territori da loro amministrati quella funzione di regolazione del mercato che è condizione indispensabile per la permanenza e sopravvivenza della PMI commerciale.
“I provvedimenti adottati dal Governo Monti, in materia di commercio – ribadisce Confesercenti – non trovano riscontro in nessun Paese dell’Unione Europea. Si muovono nell’ottica di una deregolazione totale che oggettivamente sembra favorire pochi e forti soggetti economici a discapito di tante piccolissime imprese. Oltre al fatto che pare essere parecchio distante da una visione liberale del mercato che contempla la coesistenza di una pluralità di soggetti economici fra loro diversi anche per dimensione”.
“La concorrenza sul prezzo, sul servizio, sulla qualità – aggiunge Confeserecenti – nasce proprio dalla coesistenza fra la piccola e media impresa e la grande distribuzione. Ragione per cui avremmo gradito in merito, un atteggiamento più attento e critico da parte della Regione Emilia-Romagna – che nella figura del suo presidente assume anche la presidenza della conferenza delle regioni – data la necessità, di un’azione incisiva volta a riportare in ambito regionale e comunale l’intera disciplina degli orari e delle aperture domenicali. Nell’indicare pertanto questa, come la via per salvaguardare una parte importante del tessuto economico del territorio, ci sentiamo di insistere su alcuni punti che riteniamo fondamentali: i sindaci si adoperino per favorire accordi volontari fra i diversi soggetti della rete distributiva, al fine di regolamentare orari e aperture domenicali; sia offerta la possibilità agli operatori delle gallerie commerciali presenti all’interno dei centri commerciali della provincia di derogare dall’obbligo di apertura domenicale, in subordine di introdurre meccanismi di rotazione fra di loro; da ultimo, ma non per minor importanza, che tali argomenti dato il loro rilievo – non solo la rete commerciale che vogliamo realizzare sul nostro territorio, ma pure di riflesso quale società e quali valori s’intendono promuovere – siano oggetto di confronto aperto tra tutti i soggetti coinvolti quali istituzioni, associazioni di categoria e dei consumatori, i sindacati dei lavoratori e i rappresentanti della grande distribuzione”.