I soci di cooperativa nel mondo sono tre volte gli azionisti individuali. A fronte dei 328 milioni di persone che possiedono azioni delle società di capitali, un miliardo di persone è socio di cooperative. Lo ha ricordato il presidente di Confcooperative Modena, Gaetano De Vinco, aprendo oggi la 19 esima assemblea congressuale della centrale cooperativa di Palazzo Europa. I delegati sono stati convocati per eleggere il presidente e il consiglio generale. De Vinco ha aggiunto che sono cento milioni le persone occupate nelle imprese cooperative dei cinque continenti, vale a dire il 20 per cento in più di quelle occupate nelle imprese multinazionali; in Europa sono 5,4 milioni le persone occupate in imprese cooperative, oltre 1,3 milioni in Italia. «Sbaglia, quindi, – ha proseguito De Vinco – chi ne ha una visione provinciale e riduttiva; la cooperazione è diffusa nel mondo ed è tanto più presente laddove i Paesi sono economicamente avanzati. Un’economia senza cooperazione è un’economia più arretrata, meno concorrenziale, meno pluralista. Il modello economico cooperativo risponde alle esigenze della collettività offrendo beni e servizi e, al tempo stesso, alla necessità del singolo di trovare lavoro e reddito».

Nonostante la crisi, i dati certificano la buona salute di Confcooperative, che a Modena associa 229 cooperative con 30.973 soci e 6.031 addetti: il fatturato complessivo ammonta a 630 milioni di euro. «Nell’ultimo biennio la cooperazione ha tenuto, con risultati mediamente migliori delle tradizionali società di capitali – ha affermato De Vinco – È emerso in modo chiaro l’obiettivo prioritario delle cooperative associate: salvaguardare l’occupazione anche a costo di sacrificare i ricavi, perché per le cooperative la persona viene prima del profitto. Le cooperative dimostrano di reggere meglio il peso della crisi quando si comportano da vere cooperative, quando, cioè, svolgono la funzione sociale tutelata dall’art. 45 della Costituzione e operano con finalità mutualistiche».

Il presidente di Confcooperative Modena ha sottolineato che crescita e solidarietà sono due valori che i cooperatori vogliono legare l’uno all’altro e che Modena deve perseguire un modello di sviluppo che non lascia indietro nessuno. «Non è autentico sviluppo quello che vede la crescita del Pil ma la diminuzione dei posti di lavoro, l’aumento della produzione ma l’abbassamento dei fondamentali diritti di chi lavora, la disponibilità di nuovi beni e servizi ma il peggioramento dello stato di salute dell’ambiente. Questa crescita va, però, declinata secondo la modernità e le necessità del nostro territorio. Le nostre cooperative hanno bisogno, come tutte le imprese modenesi, di una costante e incisiva azione di marketing territoriale. Modena e la sua provincia – ha concluso De Vinco – hanno le potenzialità per richiamare persone e attirare investimenti da tutto il mondo».