Le neoplasie mieloproliferative sono malattie croniche, caratterizzate da crescita abnorme di diversi tipi di cellule del sangue, per le quali le terapie attuali sono essenzialmente palliative. La sopravvivenza è di soli 5-6 anni nel caso della mielofibrosi primaria, che può evolvere, come nel caso della policitemia vera e della trombocitemia essenziale, in una leucemia acuta.
I microRNA si sono guadagnati negli ultimi anni un ruolo di crescente importanza nella ricerca in biologia molecolare e cellulare, attirando un notevole interesse anche per i meccanismi di formazione delle neoplasie. Studi recenti hanno chiarito che i microRNA si trovano nelle cellule sotto forma di complesse miscele di varianti di sequenze diverse tra loro, la cui caratterizzazione appare essenziale per comprenderne il ruolo biologico.
Lo studio, un progetto AIRC 5×1000 per la Medicina Molecolare sulle neoplasie mieloproliferative, guidato dal prof. Alessandro Maria Vannucchi dell’Università di Firenze e condotto per buona parte a Padova, grazie anche a un finanziamento della Fondazione CARIPARO, dove ha operato il gruppo della dott.ssa Stefania Bortoluzzi, e che si è avvalso anche della collaborazione di una unità di ricerca dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, coordinata dalla prof. ssa Rossella Manfredini, è stato recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista «Blood».
“L’AIRC ha creduto nelle potenzialità di un progetto di medicina molecolare sulle malattie mieloproliferative – sottolinea il prof. Alessandro Maria Vannucchi – che coinvolge oltre 100 ricercatori italiani, raccolti sotto l’acronimo AGIMM in sette unità di ricerca, tra cui quella guidata dalla prof.ssa Rossella Manfredini dell’Università di Modena e Reggio Emilia che ha contribuito a questo studio”.
Lo studio, per quanto riguarda l’Ateneo modenese, ha visto coinvolto attivamente la prof.ssa Rossella Manfredini del Centro di Medicina Rigenerativa, responsabile dell’Unità di Ricerca AIRC 5×1000, ed il dott. Ruggiero Norfo, titolare di una borsa di studio del Collegio Ghislieri di Pavia. “Il contributo dei ricercatori modenesi a questo lavoro – afferma la prof.ssa Rossella Manfredini – è rappresentato dallo studio in queste patologie del profilo di espressione dei microRNA e della loro modulazione in seguito al trattamento con Ruxolitinib, un farmaco innovativo recentemente entrato nella pratica clinica per la terapia delle neoplasie mieloproliferative croniche. Questa analisi, condotta in collaborazione con il Centre for Genomic Research (CGR) di Modena (diretto dal prof. Enrico Tagliafico), ci ha permesso di identificare una serie di microRNA, molto espressi in leucemie ed altri tumori, la cui espressione viene <spenta> da questo farmaco. Ulteriori studi saranno necessari per verificare se e come questi meccanismi molecolari possano contribuire al meccanismo d’azione del Ruxolitinib”.
“La ricerca – spiega la dott.ssa Stefania Bortoluzzi del Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova – è frutto di una combinazione di ricerca clinica e molecolare, condotta mediante tecnologie innovative e nuovi metodi di analisi bioinformatica sviluppati dal mio gruppo di ricerca e in particolare dal dott. Andrea Bisognin”.
I ricercatori sono ora rivolti a comprendere il possibile ruolo patogenetico dei nuovi RNA scoperti e il loro uso come marcatori diagnostici e prognostici innovativi.
ROSSELLA MANFREDINI. Nata il 2 novembre 1962 a Modena si è laureata nel 1988 in Scienze Biologiche all’Università degli studi di Modena con la votazione 110/110 e summa cum laude. Nel 1994, sempre a Modena, ha conseguito il Dottorato in Ematologia Sperimentale e nel 1996 la Specializzazione in Biochimica e Chimica Clinica (Univ. di Modena). Assegnataria di Borse di studio AIRC (1989) e della Lega Italiana Lotta contro i Tumori (1994 e 1995) ha effettuato attività Post doc training alla Temple University (Prof.Baserga) di Philadelphia (USA) ottenendo nel 1998 il Brevetto USA N. 08/859.389 per “Utilizzo di oligonucleotidi AS c-fes e ATRA nelle Leucemie di tipo M3”. Carriera Accademica: 1996-2002: Ricercatore in Biologia Applicata all’Università di Modena dal 1996 al 2002, da quell’anno è passata Professore Associato in Biologia Applicata sempre all’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e nel 2010 ha conseguito l’idoneità per Professore Ordinario in Biologia Applicata. Autrice di 67 pubblicazioni in extenso e più di 200 comunicazioni a congressi, i suoi principali temi di ricerca sono: regolazione dell’espressione genica nell’emopoiesi normale e leucemica; fenotipizzazione molecolare di cellule staminali emopoietiche normali e leucemiche.