La Giunta dell’Unione Terre di Castelli a seguito delle proposte di emendamento presentate da ANCI ed UNCEM alla bozza di L.R. dell’8/11/2011, pur prendendo atto della disponibilità della Regione E.R. a considerare le osservazioni presentate, ritiene che, anche qualora gli emendamenti fossero tutti accolti, i contenuti sostanziali della legge non verrebbero mutati in modo significativo.
Dalla nuova proposta si apprende che a seguito della soppressione del Consorzio di gestione del Parco dei Sassi di Roccamalatina (sulla base del cosiddetto Decreto Calderoli) viene costituito un Ente di Diritto Pubblico che erediterà le funzioni e le competenze del Consorzio stesso. Tale Ente viene previsto per ognuna delle cinque macroaree in cui sarà suddiviso il territorio regionale e nelle quali saranno compresi i rispettivi parchi (il Parco dei Sassi farà parte della Macroarea Emilia centrale che comprende le province di Modena e Reggio E.). Nel determinare ciò la bozza di Legge illustra solo genericamente argomenti importanti come la rappresentanza, la partecipazione e il reperimento delle risorse economiche necessarie al funzionamento del nuovo ente, mentre è certo che con tale riorganizzazione la governance del Parco si allontana dal territorio e dai cittadini.
Desta inoltre molta perplessità il numero di Organi di gestione dell’Ente che verranno a costituirsi (Comunità del Parco, Comitato esecutivo, Consulte del Parco, Comitato per la promozione della Macroarea o organismo simile): ciò inevitabilmente porterà ad un ulteriore appesantimento burocratico e ad una possibile sovrapposizione di competenze.
Si riscontra peraltro che nel testo della proposta di Legge non viene affrontato uno dei temi di maggior rilievo e problematicità legati all’attuale normativa che riguarda i Parchi: i vincoli stringenti per interventi strutturali sugli edifici che si trovano all’interno del Parco e della cosiddetta “area contigua” (quest’ultima, legata al recente ampliamento del Parco dei Sassi di Roccamalatina, interessa in modo particolare territori del Comune di Guiglia ed in parte del Comune di Zocca).
Pur esprimendo l’assoluta condivisione di norme edilizie che tutelino i pregi ambientali e testimoniali del territorio e degli edifici, va evidenziato come il rilascio di un “nulla osta” obbligatorio e vincolante da parte della Sovrintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici, per qualunque intervento di ristrutturazione edilizia, anche minimale, abbia creato situazioni di disagio fra i cittadini interessati, a causa dei numerosi dinieghi o delle “pesanti” prescrizioni. Le situazioni che così si sono determinate hanno fatto “sentire” il Parco più come un impedimento che come un’opportunità di sviluppo del territorio.
Sosteniamo, inoltre, che l’organizzazione prevista dalla Legge Regionale non incide in modo significativo sulla riduzione dei costi, anzi a nostro parere rischia di essere più onerosa. Mantenendo la governance in loco sarebbe più facilmente possibile riuscire a fare sistema con le risorse dei territori. Proponiamo per esempio la collocazione del personale del Parco presso i Comuni sede del territorio di Parco, affinché possano meglio interagire e collaborare con i vari settori.
Ribadiamo, infine, che la governance del Parco deve essere espressione dei cittadini del territorio: la riorganizzazione proposta dalla Regione E.R. appare diseconomica, lontana dalla semplificazione a cui si dovrebbe tendere e soprattutto lontana dai cittadini.
La forte preoccupazione è che ai Comuni restino, alla fine, sia i vincoli che gli oneri.