L’ Emilia-Romagna, con un aumento dell’ 1,7% nel 2004, è la regione che cresce di più in Italia (+1,4%) insieme all’Umbria. La previsione, a poche settimane dalle fine dell’anno, è dell’Unioncamere dell’Emilia-Romagna, che oggi ha anticipato alla stampa il rapporto sull’andamento economico del 2004.
Una previsione che è superiore alla stima dell’1,2% avanzata nell’ottobre del 2003, ma che risulta – ha spiegato il presidente regionale di Unioncamere, Andrea Zanlari – ben al di sotto della soglia del 2% ritenuta necessaria per dare davvero una scossa all’economia. Le cose dovrebbero andare meglio nel 2005 per il quale l’Uniocamere stima una crescita del pil appunto del 2%.
Dunque siamo di fronte a una crescita che smarca ancora “di due passi la regione dall’Italia e di uno dal Nord-est”, ha detto ancora Zanlari, ma il quadro complessivo resta quella di una crescita troppo lenta. Le note più positive vengono dall’export cresciuto nei primi nove mesi del 7,4% (5,3% a livello nazionale) con una inflazione che è parsa in rallentamento rispetto al resto del paese (1,3% a Bologna contro 1,7% tendenziale a livello nazionale). Va segnalato tuttavia che il saldo con la Cina, il paese che registra la crescita maggiore a livello mondiale (+9%), nei primi nove mesi è negativo per 459 mln. Sul fronte del mercato del lavoro si registra invece un aumento del tasso di disoccupazione dal 2,8% al 3,5% ed un contemporaneo calo del tasso di occupazione che segna un decremento dell’ 1,6% (30 mila occupati in meno), ma secondo i tecnici di Unioncamere il dato è dovuto probabilmente all’ adeguamento dell’Istat ai criteri di rilevazione adottati da Eurostat e quindi bisognerà attendere almeno il prossimo anno per avere confronti omogenei e quindi dati certi.