“Rinnovare il Piano Casa per dare slancio all’edilizia” lo chiede con un’interrogazione Andrea Pollastri (PdL).

“L’edilizia – ha spiegato – è il settore trainante dell’economia: oltre alle imprese di costruzione, offre opportunità ad architetti e professionisti e a numerosi artigiani (idraulici, elettricisti, piastrellisti, falegnami, ecc.). Vi è poi la ricaduta positiva anche sulle casse sempre in rosso dei Comuni che incassano utili oneri di urbanizzazione da trasformare in investimenti per la collettività.

Per questa ragione, in un momento di crisi economica, il Governo Berlusconi aveva varato il “Piano Casa”, siglando, il 31 marzo 2009, un Accordo con le Regioni affinchè queste ultime ne definissero l’attuazione.”

“La nostra Regione – prosegue –, ovviamente in polemica con il Governo, firmò l’Accordo e varò una Legge, la n. 06 del 2009, che di fatto limitò molto l’azione del “Piano Casa”, ritenuto erroneamente dalla sinistra uno stratagemma per cementificare e deturpare il territorio,legalizzando qualsiasi abuso.”

“Chiedo, quindi alla Regione – dice l’azzurro – quali siano stati gli effetti della Legge, se cioè abbia incentivato, come atteso, il mercato dell’edilizia o se lo abbia scoraggiato, soprattutto in rapporto alle altre Regioni più liberali della nostra.”

Pollastri, inoltre, segnala il fatto che, mentre le prime due parti della Legge introducevano modifiche permanenti alle norme urbanistiche vigenti (la n. 19/98 e la n. 20/00), il Titolo III, denominato “Norme per la qualificazione del patrimonio edilizio abitativo”, relativo alla ristrutturazione e all’ampliamento degli edifici, ossia il cuore del “Piano Casa”, aveva una durata limitata al 31 dicembre 2010.

“Invito al Giunta – chiosa – a rinnovare la terza parte della Legge, magari facendone l’occasione per riaprire il dibattito con le categorie economiche, ampliandone le maglie, di modo che si offra un’altra, e magari più incisiva, occasione agli emiliano-romagnoli che vogliono investire nella propria abitazione, soprattutto in un momento in cui la possibile introduzione della “Patrimoniale” potrebbe ancora deprimere il comparto”.