“E’ giusto, come avvenuto nei giorni scorsi, porsi il problema dei fattori di mercato che stanno di nuovo ponendo qualche ombra sul Parmigiano-Reggiano –afferma il presidente della Cia di Reggio Emilia Ivan Bertolini-, ma è necessario che tutti coloro che sono interessati a questo grande prodotto della nostra terra, non si limitino a gridare ‘al lupo, al lupo! Ma cerchino di prevenire l’arrivo del lupo!”.

“Fuor di metafora –aggiunge Bertolini- è indubbio che preoccupa l’aumento di produzione: il dato produttivo di agosto segnala infatti un incremento del 9,5%, che porta al 6,4% l’aumento della produzione dei primi otto mesi del 2011, dati che peraltro per la provincia di Reggio aumentano rispettivamente al 10,8% ed al 7,9%. Quando si produce un 10% in più di quanto prevede il piano produttivo (incremento dello 0,8%) è chiaro che in una situazione di mercato positiva con prezzi elevati, i produttori che hanno attraversato diversi anni difficili cercano di rifarsi, per recuperare l’impegno finanziario in investimenti ed il reddito mancato per un po’ di tempo”.

“Pensiamo –afferma il presidente Cia- che di fronte a questo dato di fatto bisogna impegnarsi per cercare di frenare questa tendenza, sapendo però che un risultato certo non possiamo ottenerlo con i piani produttivi volontari, né ci sono prospettive che l’Europa nel Pacchetto Latte attualmente in discussione, accetti i contingentamenti produttivi per i prodotti di qualità. L’unica strada percorribile –né semplice né breve- è quella di fare come in Francia, con i Consorzi obbligatori, di cui è un ottimo esempio quello del Comté con cui abbiamo avuto diverse occasioni di confronto. Si aprano perciò i canali nazionali ed europei per adeguare la normativa a questo obiettivo. Altro fattore che può aiutare è il nuovo disciplinare produttivo che permetterà un maggior controllo sulla qualità e quindi sulle produzioni”.

“Com’è stato detto –prosegue Bertolini- le ragioni di preoccupazione non riguardano solo l’aumento produttivo, le scorte mostrano un’inversione di tendenza al rialzo, seppure su livelli ancora modesti, mentre i consumi interni sembrano in calo”.

“Accanto al fatto che le ultime settimane hanno fatto segnare uno stop al calo delle quotazioni, con lievi incrementi –aggiunge il presidente Cia-, ci salva ancora l’andamento delle esportazioni, quindi i ritiri di formaggio che la società ‘I4S’ creata dal Consorzio sta attuando, ma il complesso dei dati che citavo non lasciano tranquilli sul futuro”.

“Tutti i soggetti della filiera Parmigiano-Reggiano devono essere consapevoli che non possiamo più permetterci crolli dei prezzi come negli anni scorsi, perché ne va del futuro di tutti, non solo dei produttori di latte che sarebbero i primi ad andare in difficoltà. Quando superiamo i 3 milioni di forme prodotte, il mercato diventa difficile, ormai è chiaro da tempo: perciò non esistono alternative, dobbiamo allineare maggiormente produzione e consumo ed attuare meccanismi come quello da noi proposto da tempo sull’obbligatorietà, per riuscire a mantenere la programmazione produttiva”.