Interpellanza del consigliere Stefano Aldrovandi (Bologna 2016): “Premesso che la Giunta regionale nel dicembre 2010, ha deliberato l’assegnazione all’Azienda USL di un fondo per la non autosufficienza pari a 100 milioni di Euro (da rivedere il 1° giugno 2011). Considerato che l’assegno di cura viene erogato a pazienti identificati tramite lo strumento BINA, utilizzato dai geriatri, come portatori di disabilità gravissima e con particolare reddito e condizione economica; che a beneficiare dell’assegno di cura sono oggi 700 famiglie bolognesi, mentre prima erano oltre 2600; interpella per sapere:

– quale sia ad oggi il numero complessivo delle persone anziane non autosufficienti che dagli ultimi dati risultavano circa 12.000;

– a fronte del numero veramente limitato di anziani che oggi vengono

assistiti con l’assegno di cura, quali siano le linee di indirizzo dell’ Amministrazione per colmare queste necessità che colpiscono le famiglie particolarmente bisognose;

– a due anni dal decentramento ai quartieri dei Servizi Sociali si richiede di sapere, in termini qualitativi e quantitativi, l’efficienza di questi servizi rispetto alla situazione organizzativa precedente, con particolare riguardo a questa tipologia di bisogno.

Richiede inoltre in funzione delle ultime determinazioni dell’Azienda USL:

– quali siano i nuovi parametri utilizzati per stabilire il diritto all’assegno di cura, in particolare:

– come questo fondo è stato suddiviso nelle varie sue tipologie di assegnazione (residenzialità, centri diurni, domiciliarità e altro)

– quanto di esso è stato destinato per l’assegno di cura a favore di pazienti portatori di grave disabilità, e la distribuzione degli anni precedenti.

– a quale reddito si è fatto riferimento e a parità di reddito quali altri parametri sono stati utilizzati: residenza, componenti del nucleo familiare e altro”.

La risposta dell’assessore ai Servizi Sociali Amelia Frascaroli: “Premetto che la mia risposta è stata condivisa con l’Azienda USL in modo da dare una risposta unitaria a tutti i problemi che lei pone e che rispecchi il grande lavoro continuo di intreccio e di confronto che si costruisce ogni giorno, e che trova continuamente una sua regolamentazione, certi criteri condivisi che diventano appunto regole, e che però soprattutto in un momento come questo sono sempre passibili di confronto e di riaggiustamento.

In relazione alle domande precisiamo quanto segue:

1. non è possibile definire in modo assoluto il numero delle persone anziane non autosufficienti presenti in città in quanto trattasi di un dato fortemente dinamico. A puro titolo informativo si fa presente che mediamente negli ultimi anni le persone valutate non autosufficienti sono state circa 2.200 all’anno.

2. Per l’erogazione dell’assegno di cura vengono applicate le indicazioni formulate dalla CTSS e il relativo Regolamento, approvato e presentato alla cittadinanza e alle forze politiche e sociali. Altri servizi erogati a sostegno della domiciliarità sono l’accoglienza temporanea di sollievo, le dimissioni protette, i centri diurni, l’assistenza domiciliare e i servizi ad essa connessi (pasti, trasporto, ecc.), il contributo per le assistenti familiari, ecc.

3. Il decentramento ai Quartieri delle competenze assistenziali, per servizi che si rivolgono agli anziani, non ha comportato alcuna modifica in termini di efficienza, in quanto la delega ai Quartieri per quanto attiene i servizi sociali per anziani è stata resa esecutiva da una ventina di anni.

4. La suddivisione del Fondo per la non autosufficienza assegnato a Bologna per il 2011 prevede di destinare 19.720.000,00 euro per la residenzialità e 9.540.760,00 euro per il sostegno alla domiciliarità, di cui 1.400.000,00 euro per i centri diurni e 4.000.000,00 di euro agli assegni di cura.

5. Per l’erogazione degli assegni di cura nel 2010 sono stati spesi 5.948.145,00 euro e per il 2011 ne sono stati preventivati 4.000.000,00.

6. Il reddito è soltanto uno degli elementi che il servizio sociale considera per quanto attiene la valutazione. Nello specifico, la valutazione professionale esamina l’indispensabilità del beneficio ai fini del mantenimento al domicilio dell’anziano ed, in relazione a questo, diventano elementi di norma prioritari: non percepire l’indennità di accompagnamento; una condizione di grave difficoltà, anche economica, della rete familiare e sociale a far fronte al bisogno assistenziale; la presenza di forme di assistenza onerose; un livello di non autosufficienza con un punteggio complessivo (tra scheda sanitaria e scheda sociale) maggiore o uguale a 500.

Si precisa, inoltre, che non sono corretti i dati riportati nella premessa dell’interpellanza. Diverso è considerare il numero di persone che hanno beneficiato di almeno un contratto per l’erogazione dell’assegno di cura rispetto al numero di assegni che sono stati erogati.

Confrontando i medesimi indicatori da un anno all’altro, infatti, si può vedere che a Bologna nel 2010 hanno beneficiato dell’erogazione dell’assegno di cura complessivamente 2.862 cittadini a fronte dei 1.612 cittadini che hanno avuto l’assegno di cura nei primi sei mesi del 2011. Di coloro che avevano avuto l’assegno nel 2010, una parte potrebbe essere riconfermata nei prossimi sei mesi, nel caso venisse rivalutata secondo i criteri precisati nel nuovo Regolamento.

Rispetto alla domanda sette non sono stata ad allegare le 4 pagine del Regolamento che specificano molto bene i criteri che vengono applicati. Sulla sussidiarietà, posto che dobbiamo andare nella direzione di aumentare assolutamente tutti i percorsi e tutte le buone pratiche che possano alimentare e strutturare maggiormente strade di sussidarietà, è importante qui ricordare che già esistono tutta una serie di percorsi già attuati per esempio con AUSER, AUSILIO e altre reltà che operano nella nostra città”.