Lunedì 19 settembre suona la campanella per quasi 28 mila alunni e studenti della città di Modena, inclusi 597 bambini e ragazzi disabili che frequentano scuole d’infanzia, elementari, medie o superiori. Per loro, il Comune di Modena con il sostegno della Fondazione cassa di risparmio stanzia anche quest’anno 5 milioni 200 mila euro, che serviranno a garantire la presenza di educatori e tutor, per affiancare gli insegnanti di sostegno statali, e a offrire servizi come il trasporto scolastico.
Gli alunni disabili sono 13 nelle scuole d’infanzia, 195 alle elementari, 144 alle medie e 245 alle superiori. Il loro numero è aumentato costantemente negli ultimi anni scolastici, passando dai circa 500 di 4 anni fa ai quasi 600 attuali. A questi si aggiungono i ragazzi con “disturbi specifici di apprendimento”, come la dislessia.
Nel dettaglio, gli interventi del Comune di Modena consistono nel fornire, attraverso le cooperative sociali, educatori che assistono gli studenti disabili per un totale di 130 mila 593 ore l’anno, con un costo complessivo di 2 milioni 650 mila euro. Ci sono poi 2 mila 353 ore di presenza di tutor, (in genere studenti universitari o neolaureati) che assistono gli studenti delle superiori nei compiti a casa cercando di favorire anche l’integrazione con gli altri ragazzi. All’interno del servizio di tutoraggio, 760 ore sono destinate ai ragazzi con disturbi dell’apprendimento, per i quali lo Stato non prevede l’assegnazione di insegnanti di sostegno. Il costo complessivo è di un milione 350 mila euro. Infine, un milione 200 mila euro serve a sostenere i servizi di trasporto scolastico, i sussidi e i contributi alle famiglie di studenti disabili che risiedono nel Comune di Modena ma frequentano scuole di altri Comuni.
A livello provinciale, nell’ultimo anno il numero degli studenti disabili è aumentato di 80 unità, mentre dal ministero dell’Istruzione sono stati assegnati 20 nuovi insegnanti. “Per mantenere il rapporto di un docente ogni due alunni disabili sarebbero state necessarie in realtà 40 nuove assegnazioni”, commenta l’assessore comunale all’Istruzione Adriana Querzè, che aggiunge: “A fronte di questa diminuzione di risorse statali, l’Amministrazione ha deciso di mantenere lo stesso livello di investimenti dello scorso anno per continuare a garantire la possibilità di integrazione scolastica ai ragazzi disabili e con disturbi di apprendimento”.
A fronte di una domanda crescente, il rapporto tra alunni disabili e insegnanti di sostegno statali, che negli ultimi anni era stato di circa un insegnante ogni 1,8 bambini, è progressivamente peggiorata fino ad arrivare per il 2011/2012 a una media di 2,06 bambini per ogni insegnante (nei diversi ordini di scuola si va da 1,9 per la scuola d’infanzia a 2,28 per le superiori). Le Amministrazioni locali, nell’ambito di accordi di programma stipulati a livello provinciale, integrano l’offerta statale con educatori per tutti gli ordini di scuola e tutor per le superiori.
“Senza il personale messo a disposizione dal Comune attraverso le cooperative sociali, gli alunni disabili che frequentano le scuole a tempo pieno potrebbero avere, in media, solo 10 o 11 ore di sostegno la settimana, e fino a 30 ore scoperte”, prosegue l’assessore Querzè. “I ragazzi dislessici possono inotre contare esclusivamente sul sostegno dei tutor comunali, poiché la nuova legge che riconosce questo disturbo non ha stanziato risorse per ulteriori insegnanti, a eccezione di 8 mila euro complessivi per la formazione degli insegnanti su tutto il territorio della Provincia”.
Nei prossimi mesi è previsto il rinnovo dell’accordo di programma provinciale sui servizi ai disabili, siglato tra scuole, Provincia, Comuni, Ausl e Ufficio scolastico. “In questa occasione – afferma l’assessore – è necessario che tutti i soggetti coinvolti facciano uno sforzo di ripensamento e innovazione degli interventi a favore dei disabili. Accade infatti che uno stesso ragazzino sia seguito da una molteplicità di figure: tutor, educatore, assistente sociale, psicologo. È indispensabile – conclude Querzè – razionalizzare le azioni e puntare su una maggiore specializzazione del personale di sostegno, con insegnanti più preparati su specifici disturbi, in modo da perseguire un’integrazione sempre più efficace e sostenibile degli studenti disabili nella scuola”.