Si mobilitano nuovamente nei prossimi giorni le oltre 50 lavoratrici modenesi degli appalti delle pulizie di Poste Italiane per tentare di ottenere il riconoscimento dei propri diritti. Si terranno volantinaggi di sensibilizzazione davanti alle sedi dei principali uffici postali e domani sera, giovedì 15 settembre, davanti agli ingressi della festa PD di Ponte Alto.
Le lavoratrici sostenute dalla Filcams/Cgil – spiega lo stesso sindacato – rivendicano il rispetto di diritti minimi che debbono essere garantiti a chi svolge da anni il proprio lavoro in condizioni disagiate.Ci riferiamo a stipendi pagati con mesi di ritardo, straordinari non pagati, mancato pagamento degli spostamenti da un ufficio all’altro, divise e attrezzature antinfortunistiche mai consegnate. A questi problemi va aggiunta la decisione del Gruppo Mida Srl, che ha in appalto i servizi di pulizia di Poste Italiane, di pagare alcune lavoratrici soltanto trimestralmente, in quanto il costo dell’elaborazione della busta paga sarebbe incongruo rispetto a quanto percepito.
Va ricordato infatti che le lavoratrici sono tutte part-time ad orari ridotti. Accanto a lavoratrici a 30-35 ore settimanali, vi sono alcune lavoratrici a 5 ore settimanali, altre assunte soltanto per mezz’ora a settimana (negli uffici postali della montagna). Le retribuzioni di conseguenza vanno dai 13 euro ai 700 euro mensili circa. Ciò nonostante gli orari vengono progressivamente ridotti, a seguito dei tagli voluti da Poste Italiane, tagli che stanno provocando carenze igieniche e di diverse natura.
Poste Italiane ha presentato nei mesi scorsi uno straordinario risultato di bilancio, superiore al miliardo di euro. Si tratta di una Società che ha ottenuto riconoscimenti per la “Responsabilità sociale d’impresa” e per “l’ Etica d’impresa”. Sono premi che onorano una Società per Azioni (100% delle quali in mano allo Stato Italiano) diretta dal dott. Massimo Sarmi (1.580.000 euro di stipendio). Da anni la responsabilità sociale di Poste Italiane non raggiunge però le lavoratrici delle pulizie.
Inoltre, la continua ricerca di riduzione di costi – rincara Filcams/Cgil Modena – ha fatto entrare il lavoro nero ed irregolare dentro una delle più grandi imprese italiane. Lavoro nero denunciato alla Direzione Provinciale del Lavoro di Modena, che ha già compiuto un’ispezione. Sono in corso ulteriori verifiche su altri importanti aspetti che potrebbero portare ad esiti clamorosi.
Le responsabilità di quanto accade – continua il sindacato – sono certamente da attribuire ad un’impresa spregiudicata come Gruppo Mida Srl, ma sono innegabili anche le responsabilità dirette di Poste Italiane, che lascia inapplicato il recente protocollo d’intesa sugli appalti sottoscritto con le organizzazioni sindacali.
Nella nostra ricca provincia c’è anche questo. Ci sono lavoratrici con una retribuzione trimestrale di 40 euro, che scelgono di dimettersi perché non possono più permettersi di anticipare la benzina, mai rimborsata, per spostarsi da cantiere a cantiere. Ci sono lavoratici “privilegiate” che difendono stipendi di 700 euro per 35 ore settimanali dal continuo attacco di chi vuole ridurre ore e stipendio.
Le lavoratrici insieme a Filcams/Cgil hanno scritto ai parlamentari modenesi chiedendo un intervento per sanare una situazione ormai insostenibile.
(Andrea Santoiemma Filcams/Cgil Modena)