Umberto Bonafini ha saputo dare voce alle tante anime della città e della provincia, con il suo eclettismo e con la sua grande passione per la macchina da scrivere e per la sua terra.

Ha rappresentato nella nostra comunità, per lunghi anni, uno spirito laico, liberale e indipendente. Lui stesso amava citare Piero Gobetti e Luigi Einaudi, maestri del pensiero politico ed economico di impronta liberale. Ad essi spesso si ispirava negli editoriali, analitici e graffianti, che pubblicava sui giornali da lui diretti: la Gazzetta di Reggio e Il Giornale di Reggio negli ultimi tempi.

In particolare, alla guida della Gazzetta di Reggio, che “rifondò” più di 30 anni fa, quando il gruppo Espresso decise di riavviare la storica edizione reggiana, e che diresse per oltre 17 anni, avvicinando al giornalismo tanti giovani, Bonafini ha contribuito dagli anni Ottanta a dare vigore all’informazione locale e a radicare nei cittadini il desiderio del confronto quotidiano con le notizie sulla propria comunità e con l’opinione del Bastian Contrario e del Direttore del giornale: in questo senso Bonafini è stato un “uomo-giornale”, il simbolo del giornale stesso che dirigeva.

Amava la polemica, il confronto anche aspro, la provocazione, con l’intento di far emergere, con passione giornalistica, la realtà dei fatti e delle opinioni.

Il suo contributo all’informazione reggiana, letta spesso alla luce degli eventi nazionali, è stato fondamentale per la formazione dell’opinione pubblica della nostra città.

La sua voce spesso fuori dal coro, i suoi racconti epici, il suo spirito guascone, la sua grande cultura e profonda memoria storica, che coinvolgeva la musica, la Lirica soprattutto di cui era profondo conoscitore e divulgatore, hanno contribuito a fare di lui una persona che resterà nella memoria di tutti i reggiani e di cui tutti sentiremo la mancanza.

A nome dell’Amministrazione comunale e mio personale rivolgo le più sentite condoglianze ai familiari.

(Graziano Delrio, Sindaco di Reggio Emilia)