Con un evento che coinvolge 14 giovani artisti, dopo le inaugurazioni dei giorni scorsi a Modena e Parma apre anche a Reggio Emilia, mercoledì 13 luglio, alle ore 21, l’edizione estiva di “AntWork”, progetto condiviso tra gli assessorati alla Cultura di Reggio Emilia, Modena e Parma per mettere in circuito i giovani creativi tra i 18 e i 35 anni delle tre città.
Il ‘Live set’ della serata sarà a cura di Nepovero, alias Enrico di Chiacchio, compositore e arrangiatore reggiano che si occupa di musica elettronica ed elettro–folk. Il progetto Nepovero è stato selezionato da una casa discografica indipendente americana per realizzare incisione di una traccia audio. Insieme a Nepovero si esibirà Nellacameraverde, nome in arte della performance reggiana Federica Viani.
L’edizione estiva 2011 di “AntWork”, realizzata con il sostegno dell’assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna, è affidata alla cooperazione tra i responsabili degli uffici ‘Archivi giovani artisti’ dei tre Comuni emiliani. Il progetto ha visto crescere velocemente il numero di adesioni, reclutando numerosi giovani creativi disposti a realizzare nuove produzioni in un’ottica di apertura e scambio fra le tante realtà artistiche presenti sull’asse che unisce le tre città emiliane.
Nel corso delle serate organizzate dai tre Comuni, torneranno ad essere protagonisti oltre cento giovani artisti coinvolti in un fitto calendario di appuntamenti.
Musica, video, illustrazione, grafica, fotografia, web, arte digitale sono solo alcune delle tante discipline mescolate in un calendario in cui risalta l’attitudine dei partecipanti alla collaborazione e alla costruzione di nuove temporanee entità artistiche. “AntWork” si pone infatti come piattaforma di riferimento progettuale aperta ai creativi che interpretano lo scambio come opportunità di crescita individuale e professionale.
I tre comuni coinvolti mettono a disposizione alcuni luoghi centrali per le attività culturali delle rispettive città: lo Spazio Gerra a Reggio Emilia, l’Hub Cafè e la Pilotta a Parma, il Giardino Ducale a Modena.
Nel complesso, saranno nove gli appuntamenti principali del calendario di luglio, mentre due saranno le mostre che rimarranno aperte fino al 15 di agosto.
Ognuna delle tre città coinvolte ha prediletto diversi aspetti e forme espressive e gli artisti sono stati chiamati a mettere in gioco le proprie capacità, interagendo tra loro e costruendo di volta in volta esibizioni, performance, installazioni e opere in grado di dialogare con gli spazi e le strutture messe a disposizione.
Il prossimo evento di “AntWork” in programma a Reggio Emilia si svolgerà mercoledì 13 luglio, alle ore 21, nello Spazio Gerra (piazza XXV Aprile 2), e sarà trasmesso in diretta dalla radio K-Rock (Reggio Emilia 94.700, Parma 94.850, Modena 104.350). Gli artisti, di esperienze espressive solo apparentemente distanti fra loro, saranno chiamati a interrogarsi sul tema “Attaccare, Arrendersi, Resistere”, in rapporto con l’opera e quindi con il mondo e la società.
Reggio Emilia prediligerà l’esposizione, l’installazione e la parola.
Nel giardino dello spazio Gerra sarà la parola a farla da padrone nella serata di mercoledì 20 luglio, dedicata ai nuovi cantastorie che utilizzano l’hip hop per raccontare la propria e l’altrui esperienza.
Infine, nella serata di venerdì 22 luglio sarà presentata una installazione audio-video dal titolo ‘Digital Wood’, in cui un nutrito gruppo di artisti miscelerà bellezze naturali e tecniche digitali.
I responsabili di AntWork sottolineano lo spirito e la filosofia del progetto, finalizzato alla valorizzazione dei giovani artisti, che non si esaurisce negli appuntamenti come quelli estivi, ma continua con costanza per l’intera annata, creando occasioni e collaborazioni, e mettendo a disposizione degli artisti strutture ed esperienza, fornendo motivazioni, stimolando la produzione di progetti originali.
‘ANTWORK – AW3 – ATTACCARE ARRENDERSI RESISTERE’ – SCHEDE ARTISTI
A dare il via alla collettiva ‘AntWork – AW3 – Attaccare Arrendersi Resistere’ nello Spazio Gerra sarà Simona Ghizzoni, la fotografa trentaquattrenne nata a Reggio Emilia e vincitrice nel 2008 del World Press Photo, che con Afterdark, il terzo capitolo inedito di un work in progress sulle conseguenze della guerra sulla vita quotidiana delle donne nel mondo arabo, interpreta una delle tre parole-chiave fornite agli artisti come sollecitazione per riflettere sul loro lavoro e sull’oggi. Nel lavoro di Simona Ghizzoni resistere significa affrontare la vita quotidiana a Gaza nell’isolamento, dopo che le news non sono più tali e i riflettori si sono spenti. Ma resistere è anche il modo in cui i tanti giovani blogger di Gaza, ritratti nel lavoro fotografico A Scorching Summer di Aldo Soligno, usano la forza pacifica della rete per fornire un’informazione libera e lanciare i loro messaggi di superamento dei conflitti. Entrambi i fotografi hanno lavorato a stretto contatto con Vittorio Arrigoni, il blogger italiano sequestrato e ucciso la scorsa primavera a Gaza, di cui troviamo testimonianza in un’intervista e in un ritratto in mostra. E’ sempre la rete la protagonista di “I can’t believe what I’m confessing you” un lavoro multimediale di maunulach che seleziona una serie di azioni digitali eseguite da comunità attiviste critiche e hack community che spesso assumono i toni della lotta e dell’attacco.
Dai territori più lontani, a quelli nazionali: sono due i lavori in mostra che partono dalla ricerca documentaria sul campo e arrivano per frammenti a raccontare due casi italiani attraverso installazioni multimediali costruite sull’assemblaggio di materiali diversi e spesso residuali. Con le sue Configurazioni spaziali #3, Elena Mazzi racconta L’Aquila in tre passaggi: la tragedia, l’attesa, l’analisi dello spazio, mentre con Azione #1: Base Nato il collettivo IAM/ Istor Azioni Mediologiche, cerca di ricostruire un archivio bio-culturale della Guerra Fredda attraverso i reperti raccolti in una base Nato abbandonata sugli Appennini tra Parma e Reggio Emilia.
Ma resistere sono anche il silenzioso Exodus di Chiara Forti – performance ideata appositamente per AW3, che si svolgerà durante l’inaugurazione – un’ immagine viva di tante migrazioni contemporanee, e il poetico volo con cui Monica Rossi Illustra Ho visto Nina volare, la canzone di Fabrizio De André.
Quando, invece, di “attaccare” si tratta, l’arma vincente sembra essere l’ironia. Il gioco di provocazione e rottura degli schemi visivi usuali è il leitmotiv di Macroscopio di Pepe, una serie di oggetti comuni riprodotti fuori scala con cui l’artista parmigiano arreda lo Spazio Gerra. Con il titolo ammiccante di U_Mani Marco Circhirillo lascia che i protagonisti dei suoi scatti fotografici si nascondano dietro le loro mani, creando un gioco di rimandi tra l’umanità e la mostruosità di ciascuno. Al confine tra arrendersi e attaccare, ma sempre con l’ironia, è la Clownart di Roberto Leoni, una serie di grandi tele su cui il tratto pulito e grafico del giovane artista fa il verso alla pittura toscana del ‘300 tra rassegnazione e disillusione. Quasi a tesi, invece, due esperimenti l’uno pittorico e l’altro fotografico, rispettivamente di Caterina Voltolini e Tommaso Mori. Con Ecce Homo Caterina Voltolini invita a praticare l’esercizio del dubbio attraverso una silenzioso interrogativo che il suo trittico pone allo spettatore, uscendo dalla parete su cui è posto e invadendo lo spazio espositivo. Altrettanto filosofico il quesito che pone Tommaso Mori nel suo Esperimento 1: Ritratto in studio, un lavoro interattivo e in divenire che combina fotografia digitale e parola: fino a che punto un’immagine, soprattutto nell’era di inernet, può analizzare e raccontare la persona?
Infine due le opere mescolano provocatoriamente i tre termini guida della collettiva, attaccare, arrendersi, resistere: il fumetto creato appositamente su questo tema da Rita Azzali e il trittico Gloomy di Fosco Grisendi. In questo lavoro multistrato l’artista reggiano concepisce l’opera come oggetto che trasmigra da una persona all’altra, un medium all’altro – dalla fotografia al dipinto su maglietta, alla performance – e spostandosi rivela l’idea di che le soggiace.
Per ulteriori informazioni sugli autori e sulle opere: http://www.spaziogerra.it/2011/06/28/ant-work-011/
In occasione dell’inaugurazione della mostra “Ant work – Arrendersi, Attaccare, Resistere”, mercoledì 13 luglio, alle ore 21, nello Spazio Gerra di Reggio Emilia (piazza XXV Aprile 2), l’assessore comunale alla Cultura Giovanni Catellani e il segretario dell’associazione Giovani Artisti Italiani (Gai) Luigi Ratclif presenteranno “Tu young? Giovani artisti a Reggio Emilia”, progetto che raccoglie, seleziona e promuove i giovani talenti della città e della provincia, e l’adesione di Reggio Emilia al Gai, associazione che promuove i giovani creativi di 39 amministrazioni locali italiane.
La serata darà il via anche a Reggio Emilia al programma estivo di “AntWork – produzioni in rete tra Modena, Reggio Emilia e Parma” (v. comunicato allegato) e sarà seguita in diretta da K-Rock Radiostation e Radio Rumore.
Lo ‘Spazio Gerra’, progetto del Servizio Cultura del Comune di Reggio Emilia, svolge da alcuni anni un’attività di sostegno e promozione dei giovani artisti attivi a Reggio Emilia e in provincia e, attraverso il progetto ‘Ant Work – Giovani produzioni in rete’, anche nelle province di Modena e Parma. Tale lavoro ha mobilitato numerosi giovani creativi che operano in diverse discipline, rendendo necessaria la creazione di una struttura permanente in grado favorire e sviluppare la creatività giovanile.
Nasce così “Tu young? Giovani artisti a Reggio Emilia”, progetto che raccoglie e seleziona i giovani talenti della città e della provincia in sinergia con eventi e rassegne del territorio e con istituzioni pubbliche e aziende private, in un ottica interdisciplinare e di cooperazione.
Il nuovo servizio è parte del contesto di politiche e progettualità che gli assessorati alla Cultura e Università e ai Giovani e Scuola del Comune di Reggio Emilia promuovono per favorire un’economia locale fondata sull’innovazione e la creatività. Ai giovani reggiani, infatti, viene data l’opportunità di accedere a bandi di concorso e rimanere informati su tutto quanto può riguardare il loro lavoro, oltre ai progetti del Comune di Reggio Emilia e del Gaer, associazione corrispondente al Gai a livello regionale, che riguardano arte e impresa, arte e formazione e la promozione artistica.
L’importante partnership con la Provincia di Reggio Emilia garantisce a ‘Tu young?’ una rete capillare di diffusione del progetto. Inoltre, tra breve l’archivio dei giovani artisti di Reggio Emilia sarà disponibile on-line, come risorsa indispensabile per coloro che operano nei settori della cultura, della comunicazione e delle ‘creative industries’.
Possono aderire a ‘Tu young?’ giovani talenti tra i 18 e i 35 anni che risiedono, lavorano o studiano nella città e nella provincia di Reggio Emilia, operanti con obiettivi professionali nelle discipline fotografia, fumetto, installazioni, net-art, video-art, design, moda, scenografia, web design, cinema, motion graphic, letteratura, musica, arti multimediali, interacive design.
Le finalità del progetto sono il censimento e la documentazione dell’attività dei giovani artisti e critici a Reggio Emilia e la promozione di produzioni originali, tramite l’organizzazione di eventi, rassegne, mostre e manifestazioni che, grazie alla partnership con la Gai e la Gaer (Giovani Artisti dell’Emilia Romagna), avranno luogo anche a livello nazionale e internazionale.