La situazione delle carceri reggiane è al centro di una lettera, firmata dall’assessore provinciale alla sicurezza sociale Marco Fantini, inviata ai parlamentari reggiani, al Prefetto, al Presidente della regione, ai consiglieri regionali, ai direttori delle carceri, al Provveditore regionale dell’Emilia Romagna, Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, al Presidente del tribunale e al Procuratore della Repubblica.

Il documento raccoglie l’istanza del Consiglio provinciale che, nella seduta dello scorso 31 maggio, aveva approvato un ordine del giorno presentato dalla consigliera del Pd Angela Zini.

Il testo del documento, dopo aver tracciato un quadro nazionale di grande difficoltà, prendeva infatti in considerazione la situazione reggiana: “a Reggio Emilia presso la Casa Circondariale – si leggeva nell’ordine del giorno – la carenza di personale penitenziario organico è di 44 unità così suddivise: 8 ispettori; 8 sovrintendenti e 28 agenti. Inoltre presso l’Ospedale Psichiatrico Giudiziario la carenza di personale penitenziario organico è di 46 unità”.

“Il Consiglio Provinciale – afferma l’assessore Fantini nella sua lettera – ha invitato la Presidente e la Giunta ad attivarsi per quanto di competenza ed attraverso i parlamentari reggiani, gli appositi uffici ministeriali centrali e periferici ed i consiglieri regionali affinchè si proceda con sollecitudine ai lavori di manutenzione e ristrutturazione dei fabbricati detentivi; si applichino le necessarie misure per ridurre la grave situazione di sovraffollamento anche nei nostri istituti penitenziari; venga assegnato alla sede di Reggio Emilia un congruo numero di neoagenti che stanno frequentando il corso di formazione nella Scuola di Polizia di Parma; si attui una razionalizzazione delle risorse umane e materiali, eventualmente unificando le due direzioni amministrative che attualmente operano in modo separato per i due istituti di Reggio Emilia ubicati in una stessa sede e si doti il corpo di polizia penitenziaria dei necessari automezzi per l’esecuzione della traduzione dei detenuti”.