Negli ultimi giorni si è assistito ad aggressioni verso i funzionari Equitalia, inviati per la riscossione dei tributi, e proteste davanti alla sede dell’ente. «Una situazione incresciosa – commenta il Presidente di Confartigianato Emilia Romagna Marco Granelli – frutto della perdurante crusi finanziaria che ha colpito il sistema delle imprese. Siamo convinti che un sistema di riscossione efficiente ed uniforme su tutto il territorio nazionale rappresenti un valore per il Paese, c’è però una condizione ineluttabile: i contribuenti devono contare sulle più ampie garanzie di tutela dei propri diritti».
«La maggiore efficienza messa in campo negli ultimi anni da Equitalia – prosegue Granelli – è frutto anche di un insieme di norme che, nel tempo, hanno dato maggiori poteri agli Agenti della riscossione. Poteri che devono essere rivisti e bilanciati assicurando ai contribuenti la tutela dei loro diritti». Sulla base delle prime indicazioni fornite dal Ministro dell’Economia Giulio Tremonti sono ipotizzabili una serie di interventi già in sede di conversione del Decreto Sviluppo.
In particolare il Presidente di Confartigianato Emilia Romagna Marco Granelli sollecita misure finalizzate ad incrementare il numero di rate in funzione della sostenibilità del loro importo, anche in relazione alla grave crisi finanziaria che ha colpito il sistema delle imprese, ad evitare il fermo amministrativo sui beni produttivi e, a determinate condizioni, ipoteche su beni primari come la casa di abitazione. «Si devono assolutamente evitare incrementi del debito insostenibili per le imprese attraverso una rimodulazione dell’aggio e scongiurando il rischio che si crei una sorta di anatocismo, eliminando pertanto dal calcolo degli interessi di mora quelli per ritardata iscrizione come pure le sanzioni».
Sempre in tema di riscossione coattiva, Granelli chiede che “la disposizione che prevede l’immediata esecutività degli accertamenti in vigore dal prossimo 1° luglio sia bilanciata dalla certezza per i contribuenti che decidono di ricorrere al giudice tributario di non anticipare somme che si possono rivelare a posteriori non dovute”.