Le Consulte di partecipazione sono uno strumento previsto dallo Statuto comunale attraverso in quale le associazioni della società civile esercitano un ruolo di partecipazione ai procedimenti fondamentali, di presentazione di proposte, di iniziative ed interventi e di verifica periodica dell’attività dell’amministrazione. A Carpi sono previste quattro Consulte comunali: la Consulta A (tutela e valorizzazione delle risorse ambientali, territoriali, naturali, storico-artistiche ed archeologiche, 24 componenti), il cui presidente è Mario Poltronieri; la Consulta B (attività culturali, celebrative ed educative, 48 componenti), di cui è presidente Marco Vignoli; la Consulta C (attività umanitarie e socio assistenziali, diritti dei cittadini e degli utenti, 46 componenti) di cui è presidente Carlo Alberto Fontanesi; la Consulta E (sport e benessere, 48 componenti), di cui è presidente Giancarlo Lugli.

Nel corso della seduta del Consiglio comunale di giovedì 24 marzo i presidenti delle quattro Consulte di partecipazione hanno portato all’attenzione dei membri del civico consesso un bilancio del lavoro svolto da questi organismi nel 2010, leggendo brevi relazioni: relazioni con dati relativi al numero delle sedute e alle iniziative realizzate, ai punti di forza e di debolezza, ai riferimenti normativi che definiscono gli ambiti di competenza delle Consulte e contenenti anche diverse considerazioni. Poltronieri ha ad esempio ricordato la disponibilità a discutere di temi legati all’ambiente dimostrata da assessori e tecnici comunali e le iniziative autonome della Consulta, anche in opposizione a scelte fatte dall’amministrazione (come nel caso di via Focherini). Critiche sono venute poi dallo stesso Poltronieri alle modalità con le quali l’amministrazione-istituzione si rapporta con i cittadini che chiedono nuove e più avanzate forme di partecipazione alle decisioni, sottolineando come le decisioni partecipate siano “convenienti perché grazie ad essa si ottengono progetti migliori, più efficienza, più efficacia, più qualità e risposte ai problemi”. E se il presidente Vignoli dal canto suo ha ricordato come i “diversi e variegati campi di interesse e azione delle associazioni facenti parte della Consulta B rendano difficile convergere su progetti comuni anche se c’è un sincero interesse da parte dei partecipanti allo sviluppo culturale della città” Fontanesi ha invece rammentato che a Carpi esiste ora una Casa del Volontariato che sta creando nuove opportunità di incontro e di collaborazione tra le associazioni, pur svolgendo un ruolo diverso dalla Consulta.

Numerosi gli interventi dei consiglieri comunali seguiti alle relazioni dei presidenti delle Consulte: Paolo Zironi (Pd) ha spiegato in primis come le associazioni possano svolgere attività di sussidiarietà rispetto all’ente locale “con le loro competenze ed esperienze, dando vita a una nuova capacità di stare insieme e definendo analisi progettuali su temi legati ad esempio al trasporto pubblico, il verde, l’urbanistica. La Consulta può rappresentare il soggetto che si relaziona con il volontariato così come la Commissione consiliare può svolgere questo ruolo con i rappresentanti dei cittadini che qui siedono”. Lorenzo Paluan (capogruppo della Lista civica Carpi a 5 stelle-Prc) invece ha rivolto un appello ai quattro presidenti affinché diventino un interlocutore non solo della Giunta ma anche dei consiglieri “sollecitando magari un dibattito pubblico su temi non considerati abbastanza dall’ente locale”. Giliola Pivetti (capogruppo di Alleanza per Carpi) ha spiegato dal canto suo come il rapporto con la Giunta appaia dopo anni ancora in rodaggio e come questi organismi “abbiano in sé un patrimonio non ancora sfruttato completamente. Nel caso dell’ambiente la mancata consultazione a costo zero di questo soggetto ha portato poi alla nascita di Comitati di cittadini”. E se Maria Grazia Lugli (Pd) ha preso la parola per ricordare la sua esperienza nella Consulta A ribadendo l’importanza di organismi simili il capogruppo del Popolo delle Libertà Roberto Andreoli ha invece spiegato come il volontariato sia una forza anche senza un suo rapportarsi con Consulte e amministrazione comunale e come pure in questa occasione “si siano dovute riascoltare in Consiglio riflessioni sulla mancata partecipazione e lo scarso ascolto dato a questi soggetti. Bisogna cambiare, e mi sorprendo che Zironi si accorga solo ora dell’importanza della sussidiarietà. Il tempo che dedicate a questo lavoro è fecondo oppure no? Riflettiamoci per riscrivere una possibilità di dialogo insieme”. Daniela Depietri (Pd) ha affermato che “di cambiamenti nel rapporto tra l’amministrazione comunale e le Consulte ce sono stati in questi anni. Dobbiamo chiedere a voi di darci una mano, per individuare le priorità su cui spenderci. Le Consulte tra l’altro potrebbero essere luoghi di confronto anche per i Comitati”. E se Marco Bagnoli (Pd) ha sottolineato come le Consulte “non devono essere viste come dei sindacati del volontariato, né come strumenti di controllo dell’ente locale ma il tasso di fiducia reciproca deve essere incrementato” Euro Cattini (Lega nord Padania) ha infine ribadito come esista un problema reale nel rapporto tra Consulte e amministrazione comunale.

L’assessore alla Partecipazione Alberto Bellelli è a questo punto intervenuto per ricordare come in questi anni siano cambiati i riferimenti normativi rispetto a questo settore e proporre una riflessione sulle Consulte “che potremmo fare evolvere come strumento partecipativo. In questi ultimi mesi è nata ad esempio Anziani in rete, che fa lavorare assieme tre associazioni per aiutare le altre, è stata inaugurata la Casa del volontariato e anche lo stesso dibattito interno alle quattro Consulte può dare spunti a quello del Consiglio comunale”. Il Sindaco Enrico Campedelli dal canto suo ha sottolineato come questi strumenti di partecipazione servano anche a creare una maggiore coesione tra le singole associazioni e siano “un interlocutore importante in una fase nella quale c’è bisogno di una maggiore coesione sociale. Il ruolo dei Comitati? Il tema va ben al di là del rapporto tra Consulte e amministrazione comunale, e tocca la crisi della rappresentanza dell’intero sistema. Siamo sulla buona strada, non siamo all’anno zero nel campo della partecipazione”.

Mario Poltronieri ha replicato agli intervenuti ricordando come siano ben 25 gli strumenti di partecipazione definiti in regione. “Sono le culture che si aprono a questi e non i riti: il futuro e anche il conflitto possono aiutare a cambiare. Sono dal 1994 nelle Consulte, cerchiamo di essere un interlocutore serio, credibile e qualificato dell’amministrazione comunale e dei cittadini proponendo progetti e soluzioni nel nostro ambito d’intervento. Proviamo a progettare insieme su temi importanti per la città, mettendo in campo meccanismi virtuosi”.