Le rilevazioni della presenza di iodio 131, che sono proseguite anche oggi all’Arpa di Piacenza, hanno dato un esito non preoccupante: la presenza delle radiazioni, che era stata di 0,13 mBq/m3 nel fine settimana, e’ rimasta invariata e dunque al di sotto della soglia di sensibilita’ che e’ dello 0,2. Lo riferisce all’Adnkronos il direttore di Arpa Piacenza, Sandro Fabbri, ricordando che “nel fine settimana abbiamo aumentato il flusso per raccogliere il piu’ possibile di campioni di aria”. E’ stata rinvenuta una traccia di iodio 131 pari a 0,13 mBq/m3.
Il picco rilevato post Chernobyl era stato, ricorda il direttore di Arpa Piacenza, di 40.000 mBq/m3, dunque 400mila volte superiore. “Il valore dello 0,13 e’ piu’ o meno il medesimo che e’ stato evidenziato – fa notare – anche sul resto del territorio nazionale”.
Circa l’evolversi della situazione in Giappone e dunque le conseguenze sull’Italia, Fabbri e’ prudente: “dipende da come sono le correnti, da quali diluizioni subisce. Io non ho mai escluso che le radiazioni potessero arrivare e infatti sono arrivate in concentrazioni bassissime. Ora tutto dipende dalle quantita’ che vengono emesse in Giappone. Al momento non c’e’ una stima di quello che e’ stato rilasciato”.