«Una manovra finanziaria iniqua, con misure inadeguate per il risanamento di bilancio e priva di stimoli alla crescita economica». È il giudizio sulla finanziaria del governo Berlusconi contenuto nell’ordine del giorno presentato da Marina Vignola (Pd) e approvato dal Consiglio provinciale di Modena con il voto favorevole di Pd e Idv e quello contrario del Pdl. Il gruppo consiliare della Lega nord non ha partecipato al voto «per protesta – ha affermato Stefano Corti – contro l’ennesimo ordine del giorno strumentale che non ha nulla a che vedere con le competenze della Provincia».
Nell’illustrare il documento, Marina Vignola ha evidenziato che la manovra «nell’intento di far cassa velocemente, trasferisce il debito dal centro alla periferia punendo gli enti locali che, con i tagli subiti, contribuiscono per più della metà al valore della manovra stessa e che, nel caso i risparmi di spesa non fossero sufficienti, saranno costretti a imporre misure fiscali al posto del governo».
Ricordando che «il presidente della Banca europea ha elogiato l’opera di Tremonti», Mauro Sighinolfi (Pdl) ha affermato che «qualunque restringimento di spesa genera scontento, ma i risultati della manovra saranno positivi». Per Sergio Pederzini (Idv), al contrario, i tagli della manovra «sono iniqui, non rilanciano l’economia e sono scellerati soprattutto verso gli enti locali che non hanno più la certezza di continuare a erogare i servizi di competenza perché la ripartizione non è equa». Bruno Rinaldi (Pdl), ammettendo che la manovra «non è priva di effetti collaterali», ha però sostenuto che «o si tagliano gli sprechi o si aumentano le tasse. Voi avete aumentato, noi tagliamo» e Luca Gozzoli (Pd) ha evidenziato che «il 40 per cento dei tagli imposti dalla manovra ricade sui Comuni, che però contribuiscono alle spese solo per il dieci per cento, e causa un inaccettabile indebolimento degli enti locali» mentre Dante Mazzi (Pdl) ha replicato che «la crisi globale ci ha precipitato in un’economia di guerra e comunque i fatti importanti sono che l’Unione europea apprezzi la manovra del Governo e che Tremonti sia riuscito a ottenere una maggiore flessibilità del patto di stabilità».