“Una sentenza che crea un precedente importantissimo per i lavoratori esposti, nel tempo, a condizioni di lavoro a contatto con l’amianto e che, così, potranno trarne il legittimo beneficio”. E’ netta la posizione di Margherita Salvioli Mariani nel commentare l’importante pronunciamento della Sezione Lavoro della Corte d’Appello di Bologna.

“I lavoratori delle ex Omi Reggiane, un tempo addette anche alla costruzione di carrozze ferroviarie – ricorda Lorenzo Bonini, direttore dell’Inas Cisl, patronato che ha tutelato il caso dei lavoratori – furono esposti all’amianto per oltre dieci anni: il Tribunale di Reggio Emilia tre anni fa riconobbe loro maggiori benefici previdenziali”. Ne era nata, però, l’opposizione dell’Inps che, rispetto a quella storica sentenza, decise di ricorrere in appello per le decine di cause vinte in primo grado dai dipendenti”.

Gli avvocati che hanno patrocinato i lavoratori tutelati dall’Inas Cisl – Licia Ferrari ed Ernestina Morstofolini (nelle immagini) – esprimono “soddisfazione per l’esito positivo di questo primo gruppo di cause. La Corte, confermando l’esito del giudizio di primo grado (Tribunale di Reggio Emilia), ha finalmente reso piena giustizia a quei lavoratori che, sebbene siano stati a lungo esposti al rischio amianto, si sono visti negare dall’Inps la maggiorazione contributiva prevista dall’art. 13 comma 8 della Legge 257/92. Nonostante i dubbi interpretativi, abbiamo sempre ritenuto che sussistessero buone ragioni per accogliere la domanda dei lavoratori”.

In altre parole il Giudice d’Appello ha riconosciuto ai lavoratori una maggiorazione contributiva tale da permettere loro di anticipare di qualche anno il riconoscimento della pensione o se già collocati a riposo, di ottenere un incremento dell’indennità mensile.

Ma non è finita. Perché gli avvocati difensori, che sin dall’inizio hanno fermamente creduto nella bontà delle cause intraprese, continuano a mantenersi, comunque, “cauti per quanto riguarda l’esito dei numerosi appelli ancora pendenti”. La maggior parte delle posizioni sono ancora in corso di istruttoria, per cui molto dipenderà dagli accertamenti che svolgeranno i C.T.U. nominati dalla Corte d’Appello in relazione ai singoli casi.

Sulla vicenda prende posizione anche Giovanni Caruso, segretario della Fim Cisl, cui sono iscritti i lavoratori vincitori di questo Appello. “Questa vicenda è la dimostrazione di come il sindacato può lavorare per il riconoscimento degli effettivi diritti dei lavoratori quando questi non sono riconosciuti. E certamente il risultato positivo ottenuto è di buon auspicio per tutti gli operai del settore metalmeccanico coinvolti in questa battaglia legale: questo precedente, infatti, è valido ora anche per quelli di alcune delle più importanti realtà industriali della nostra Provincia”.

La conclusione della Salvioli Mariani: “Siamo nel 2010 ed è ormai imprescindibile curare la sicurezza sui luoghi di lavoro, proprio per evitare che situazioni di questo tipo non abbiano a ripetersi”.