Nell’ambito di Fotografia Europea 2010, dedicata quest’anno all’Incanto, il cui evento inaugurale è previsto per oggi alle 17 in piazza Martiri del 7 Luglio a Reggio Emilia, due edifici storici di grande pregio, arricchiti da suggestioni speciali, si impongono all’attenzione del pubblico: i Musei Civici e i Chiostri cinquecenteschi di San Pietro, oggetto di interventi di restauro e riqualificazione.

I Musei, ospitati a palazzo San Francesco, frutto di una sedimentazione storica che va dalle collezioni naturalistiche settecentesche di Lazzaro Spallanzani ai giorni d’oggi, sono, all’ultimo piano, interessati da un cantiere di recupero e al centro di un progetto di riqualificazione del Comune di Reggio, firmato dall’architetto Italo Rota. I chiostri rinascimentali, monastero benedettino, per il più ampio dei quali è accreditato dagli storici dell’arte il contributo del genio di Giulio Romano, sono invece oggetto di un intervento della Sovrintendenza, in gran parte realizzato. Dunque, cantieri aperti (con le precauzioni di sicurezza necessarie) durante Fotografia Europea, perché la città possa riappropriarsi da adesso di questi splendidi spazi.

Ieri il sindaco Graziano Delrio, gli assessori ai Progetti speciali Mimmo Spadoni e alla Cultura Giovanni Catellani, il direttore dell’area Pianificazione strategica Massimo Magnani e la dirigente dei servizio Istituzioni culturali del Comune di Reggio Elisabetta Farioli, con il curatore di Fotografia Europea Elio Grazioli, hanno presentato in anteprima alla stampa le installazioni e gli oggetti esposti, parte del circuito espositivo di Fotografia Europea 2010: ai Chiostri di San Pietro, le opere di Ange Leccia saranno visitabili da domani sera, al Musei Civici l’installazione L’amore ci dividerà. Prove generali di un museo di Italo Rota sarà visibile dalla mezzanotte di sabato 8 maggio. Visitate in anteprima anche le mostre Omaggio a Man Ray (palazzo Casotti); Richard Wentworth (chiesa dei Santi Carlo e Agata); Maurizio Agostinetto e Machiel Botman (Sinagoga); Kevin Cummins (Spazio Gerra); GD4PhotoArt: La Fotografia si industria (collettiva) e Mark Borthwick (Chiostri di San Domenico).

“La metafora del riallestimento di questa parte dei Musei Civici – ha spiegato il sindaco Delrio – è quella dell’Arca di Noè: cosa lasciamo e cosa portiamo con noi nel futuro che ci attende. Cosa vogliamo valorizzare dell’arte, della scienza, dei costumi, della letteratura, per il nostro futuro. Un futuro che ci interessa, perché ci passeremo il resto della vita. L’obiettivo è creare Musei attrattivi per la città, per ogni fascia d’età, valorizzando il patrimonio straordinario che questo edificio contiene nei diversi ambiti della scienza, della cultura e della storia. In questa anteprima dei ‘Musei che saranno’ troviamo fra l’altro dei period room, stanze dedicate a periodi della nostra storia, dedicate ad esempio all’arredamento, alla Via Emilia… Abbiamo proposto il progetto per ottenere un finanziamento nell’ambito delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia, volendo riproporre in questo senso gli ultimi 150 anni della nostra storia. Il finanziamento è stato negato, ma la validità del progetto ci spinge a proseguire. Parliamo naturalmente di questa sezione dei Musei, tutta da realizzare. Le sezioni storiche sedimentate, a cominciare dalle raccolte di Lazzaro Spallanzani, resteranno intatte”.

“Anche i Chiostri di San Pietro – ha concluso Delrio – sono di straordinaria bellezza. Sono oggetto di un intervento finanziato dallo Stato. Il loro recupero è quasi ultimato, non concluso per un repentino taglio ai finanziamenti. Un rifinanziamento potrà consentire di concludere i lavori in tempi non biblici”.

“La settimana scorsa – ha detto l’assessore Spadoni – abbiamo presentato il progetto sui Musei alle Sovrintendenze competenti. Prevediamo di ottenere i pareri entro giugno, per poi procedere con l’appalto. L’investimento è di 4,8 milioni di euro: 2,8 milioni con risorse del Comune, 1,4 milioni con risorse del Pru per il Centro storico e 400mila euro con un contributo dall’Authority europea per la sicurezza alimentare di Parma per la realizzazione di una sala conferenze. Riguardo ai Chiostri di San Pietro, si tratta di un restauro di grande importanza che ha riportato alla luce apparati decorativi e affreschi, e ha consentito il consolidamento degli edifici e al realizzazione dell’impiantistica. I tagli lineari, indiscriminati, del governo hanno fatto sì che i lavori si siano fermati a un passo dal traguardo. Mancano ad esempio i rivestimenti dei pavimenti, anche se i piani sono percorribili e consolidati… Come i visitatori potranno constatare, basta poco e il traguardo può essere raggiunto”.

L’AMORE CI DIVIDERÀ. PROVE GENERALI DI UN MUSEO – Ai Musei, la grande festa inizia alla mezzanotte di sabato 8 maggio. L’evento, realizzato dai Musei Civici del Comune di Reggio, ideato da Italo Rota – accompagnato da sonorizzazioni di Carlo Antonelli, dj set Fabio De Luca, con la partecipazione speciale di Nico Vascellari – inaugura una nuova installazione che avvia il progetto culturale di riallestimento della sede museale.

Elisabetta Farioli ha spiegato che l’idea è quella di animare gli spazi del cantiere dell’ultimo piano del palazzo San Francesco dove, all’insegna del motto “Il Museo è ora”, inizia il processo di intervento sul Museo, che prevede diverse tappe espositive con lo scopo di sperimentare le nuove modalità di approccio alle collezioni invitando la città a un coinvolgimento che ne stimoli i contributi di creatività.

La ricchezza e varietà dei materiali conservati, il significato storico di molte raccolte fanno della sede di palazzo San Francesco un vero e proprio “Museo dei Musei” capace oggi di rivolgersi alla città nel suo complesso, di porsi anche come luogo di sperimentazione di un modo nuovo di vivere e partecipare la cultura e la storia, volto non solo alla trasmissione di sapere, ma anche alla ricerca e produzione di nuovi saperi.

12 VETRINE E L’ARCA DI NOÈ – L’installazione in programma sabato 8 maggio comprende dodici vetrine – vetrine della complessità, metafora della nostra vita di oggi – nelle quali gli oggetti delle diverse collezioni si aprono a domande che investono la quotidianità di tutti, esplicito riferimento a quella complessità non comprimibile così caratteristica dei nostri tempi, che il Museo oggi riesce a rappresentare attraverso la realtà fisica dei propri oggetti.

La navata principale dei nuovi spazi è occupata per metà dalla spettacolare installazione Arca di Noè: anonimi cittadini hanno collocato sulla scena animali imbalsamati conservati nei depositi dei Musei in una veloce performance ripresa da un video che costituisce “la prima stanza” del sito del progetto del Museo, on-line a Natale, importante piattaforma di scambio che costituirà l’elemento portante della sua identità.

LA VENERE DI CHIOZZA – Al lato opposto la Venere di Chiozza, capolavoro per eccellenza dei Musei, eletta grande progenitrice del nostro territorio, domina l’allestimento fotografico di 300 ritratti di reggiani del nostro tempo. Le stanze laterali sono dedicate a temi sollecitati dalle collezioni di palazzo San Francesco e di particolare attualità per la cultura contemporanea (Extreme beauty / Nature-artificial / Y doppio/Hybride/Comunication), con approfondimenti sulla lettura sincronica delle espressioni artistiche delle diverse culture del mondo (Anywhere 1850), sul rapporto con il territorio, così fondante per la nostra cultura (sono esposte alcune immagini fotografiche da Esplorazioni lungo la Via Emilia), con la rilettura della nostra recente storia culturale in ambientazioni d’epoca (period room dedicata al salotto dell’intellettuale reggiano degli anni sessanta).

CHICCHE – Fra i pezzi e allestimenti più significativi, presi dai depositi dei Musei, pesci immaginari creati da Spallanzani; modelli anatomici dell’orecchio e della bocca (evocazione della Comunicazione); una balena arenatasi su una spiaggia dell’Adriatico negli anni Trenta, portata a Reggio da un circo equestre e abbandonata in piazza Cavour (oggi piazza Martiri del 7 Luglio) da dove fu tolta per essere imbalsamata e portata al museo; la suggestiva collezione spontanea di animali (anche un orso) imbalsamati intitolata Arca di Noè; un autoritratto di Antonio Ligabue.

L’originale allestimento, di grande impatto emozionale, si pone con forza in una dimensione che guarda al futuro sollecitando l’impegno e la responsabilità di ogni visitatore, chiamato ad assumersi un ruolo non solo verso il rinnovamento del museo ma anche verso la città del domani. “Il futuro – recita una citazione posta all’inizio dell’allestimento – mi interessa molto, è il posto dove dovrò passare il resto della mia vita”.

L’installazione all’ultimo piano di Palazzo San Francesco rimarrà aperta come tutte le mostre di Fotografia Europea fino al 13 giugno tutti i giorni tranne il lunedì dalle 21 alle 23.

L’ingresso è gratuito.

CHI È ITALO ROTA – Nato nel 1953 a Milano. Si è laureato al Politecnico di Milano. Dopo aver vinto il concorso per gli spazi interni del Musée d’Orsay, alla fine degli anni Ottanta, si trasferisce a Parigi, dove firma la ristrutturazione del Museo d’Arte Moderna al Centre Pompidou (con Gae Aulenti), le nuove sale della Scuola francese alla Cour Carré del Louvre e la ristrutturazione del centro di Nantes. Dal 1996 vive e lavora a Milano. I lavori del suo studio variano per soggetto, scala e tipologia – dal museo alla chiesa, dal casinò all’auditorium e l’intervento urbano – rilevando sempre un approccio globale che deriva dall’esperienza degli allestimenti, degli eventi e delle strutture temporanee. Tra i principali progetti in corso: in Italia – il riassetto di Palazzo Forcella – De Seta a Palermo – Kalsa e la ristrutturazione della Stazione Marittima del Porto, sempre a Palermo; la conversione del palazzo dell’Arengario a Milano in Museo del Novecento; in India – la riconversione del complesso siderurgico di Dolvi, un tempio Indù e una residenza privata a Mumbai. In Spagna è stato inaugurato il padiglione espositivo “Ciudades de Agua” per Expo Saragozza 2008.