Numerosi viticoltori reggiani estirperanno a breve i propri vigneti, come prevede una misura dell’Unione europea finalizzata a ridurre le superfici e le quantità prodotte e a ripristinare condizioni di mercato migliori delle attuali per il vino, ma lo smaltimento delle cataste di legno e filo di ferro che si ammucchieranno nei campi si presenta problematico.“Si tratta di un groviglio di legno e ferro che è estremamente difficoltoso separare – spiegano gli assessori provinciali all’Agricoltura e all’Ambiente, Roberta Rivi e Roberto Ferrari – Inoltre il legno proviene da vigneti vecchi e spesso affetti da fitopatie che possono diffondersi agli altri vigneti per cui non è opportuna una re-immissione della frazione legnosa nel terreno”.
I residui dei vigneti oggi sono classificati come rifiuti speciali ai sensi dell’articolo 185 del Decreto legislativo 152/06 e gli agricoltori sono costretti a trasportarli presso una discarica autorizzata. Lo smaltimento comporta quindi costi ambientali che si sommano a quelli economici, troppo elevati per un settore che versa in difficoltà ormai da vari anni.
“Alla luce di tutto ciò ed in considerazione del fatto che questo problema investe l’intero territorio nazionale e interessa anche altre produzioni legnose – sottolineano gli assessori Rivi e Ferrari – riteniamo che in sede parlamentare sia più che opportuno valutare, in termini di bilancio ambientale, la convenienza di autorizzare gli agricoltori a procedere all’incenerimento a terra dei residui dell’estirpazione, rivedendo la classificazione a suo tempo adottata, piuttosto che costringerli a smaltirli attraverso pratiche costose e non meno inquinanti per l’ambiente”.
Roberta Rivi e Roberto Ferrari hanno quindi inviato una richiesta comune alla senatrice Leana Pignedoli ed al presidente della Commissione Ambiente della Camera dei deputati, on. Angelo Alessandri, perché si impegnino ad individuare una soluzione vantaggiosa per gli operatori, sostenibile sia sotto il profilo ambientale sia produttivo. La Provincia, inoltre, intende affrontare il problema anche a livello locale in occasione della prossima Consulta agricola provinciale, già convocata per giovedì 13 maggio.