Il recente episodio che ha visto i sindaci della Lombardia manifestare in maniera anche eclatante contro il Patto di Stabilità nella sua versione 2010, dimostra che le nostre critiche a tale strumento, in particolare in questo momento di difficoltà economica, fossero tutt’altro che campate in aria.
In un momento come questo di crisi profonda, l’economia può essere rimessa in moto solamente sbloccando immediatamente gli investimenti sul territorio da parte degli enti locali, in particolare di quelli virtuosi come Casalgrande, che sono nella assurda situazione di disporre delle risorse ma di non poterle utilizzare per non incorrere nelle sanzioni previste.
Si resta invece stupiti nel vedere come le stesse forze politiche che hanno voluto e approvato, in Parlamento, la scellerata versione attuale del Patto, non esitino a presentarsi ai cittadini come paladini di questa stessa nostra battaglia. E’ un grosso problema quando sul territorio ci si scontra con la realtà dei fatti, ed i propri riferimenti a Roma si dimostrano invece così lontani, per non dire contradditori nei comportamenti.
Credo che i nostri colleghi leghisti in consiglio dovrebbero porsi qualche domanda. Come mai, quando a protestare contro i vincoli del Patto di Stabilità e la sua profonda iniquità erano le forze di centrosinistra, si trattava solo di fantasie, mentre adesso anche i loro esponenti lombardi si rendono conto che i comuni virtuosi vengono puniti da uno strumento così mal strutturato? E con quale coraggio i vari Calderoli e Bossi possono presentarsi in pubblico sostenendo l’esatto contrario di ciò che hanno essi stessi votato? Sarebbe ora che si cominciasse a guardare maggiormente ai fatti e meno alla propaganda.
Le critiche che oggi vengono mosse dagli Enti Locali al sistema di stabilità, riprendono una battaglia che il centrosinistra porta avanti da due anni, da quando è divenuto chiaro a tutti che la crisi stava arrivando con una violenza inaudita. Chi ci governa ha preferito fare orecchie da mercante, negare l’evidenza, tagliare i fondi e stringere i cordoni della borsa proprio sugli enti più vicini al territorio che, in quanto tali, sono maggiormente reattivi e capaci di spendere in investimenti direttamente e rapidamente praticabili.
Nel prossimo Consiglio Comunale, porteremo un documento di chiara protesta contro il Patto di Stabilità ed i vincoli assurdi che ci impone. E’ un documento di buon senso e che confidiamo possa vedere un appoggio bipartisan.
(Alberto Vaccari, Capogruppo “Uniti per Casalgrande”)